Sorpresa in piazza Sant’Antonio a Trieste: una statua per il vescovo Santin
TRIESTE. Dopo i due busti collocati rispettivamente fuori dalla Cattedrale di San Giusto e davanti a Notre Dame de Sion, e dopo la statua posizionata sul belvedere del santuario mariano di Monte Grisa, Trieste dedica al vescovo Antonio Santin un altro monumento.
Da ieri, infatti, seppur ancora nascosta da un telo e dalle impalcature, una nuova statua che lo ritrae è posizionata in piazza Sant’Antonio Nuovo, di fronte all’omonima chiesa parrocchiale. Un’operazione portata avanti nella massima riservatezza, e che ha sorpreso anche alcune figure della Diocesi di Trieste. Il manufatto è stato trasferito in piazza all’alba di ieri. La Rosso Costruzioni, osservando le indicazioni dello studio di architettura Meli, l’ha fissato al terreno. La statua, come accennato, è “incappucciata”, nascosta da un telo, e verrà svelata solo alle 11 di sabato 18 marzo. In quell’occasione verrà anche benedetta dall’arcivescovo Gianpaolo Crepaldi. Nella stessa giornata, alle 19, nella chiesa di Notre Dame de Sion verrà celebrata una messa in memoria di Santin.
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La statua è in bronzo, pesa 250 chili, è alta 1,72 metri, è prende spunto da una foto che immortala Santin mentre scende da un’autovettura. È stata realizzata su iniziativa dello stesso Crepaldi e finanziata da un misterioso benefattore. In Curia le bocche restano cucite: «Ha chiesto l’anonimato», si limitano a specificare. Gli unici dettagli che trapelano è che si tratta della stessa persona che ha finanziato il busto di Santin posto all’esterno della Cattedrale di San Giusto. Non vive a Trieste. È stato lui – è certo sia un uomo – a commissionare l’opera alla “Progetto Arte Poli” di Verona, e nello specifico al maestro Albano Poli che ha già firmato statue come quella dell’angelo dell’accoglienza davanti al Duomo di Verona.
Nella lettera con cui Crepaldi informa dell’iniziativa «sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, fedeli laici della Chiesa che è in Trieste», spiega che «la statua vuole, in particolare, richiamare alla memoria i convulsi avvenimenti che avvennero in quella piazza dal 3 al 6 di novembre del 1953, dove, a seguito di scontri violenti con la polizia civile della zona sotto il comando inglese, persero la vita sei giovani triestini. In quella circostanza il vescovo Santin ebbe un ruolo determinante nella pacificazione della città». E aggiunge: «Il vescovo il giorno dei funerali, tenne un’omelia di pacificazione, trasmessa da Radio Trieste, la cui diffusione fu misteriosamente interrotta a metà. La grande solennità data alla celebrazione del funerale dei giovani caduti e il forte testo dell’omelia del vescovo Santin furono elementi decisivi per evitare ulteriori e pericolosi incidenti».
L’ex consigliere regionale e comunale Bruno Marini, appresa la notizia, spiega come «dopo un primo momento di sorpresa, perché effettivamente di questa nuova statua non era trapelato nulla, ritengo in fondo si realizzi quanto volevamo e volevo fortemente agli inizi del 2000, ovvero una presenza di monsignor Santin in centro città». Marini reputa che allora «per le posizioni degli pseudo progressisti non si poté fare, e l’altra statua di Santin venne collocata a Monte Grisa, posto splendido ma certamente non centrale quanto piazza Sant’Antonio». Al vescovo Santin verrà dedicato anche il libro “Il Concilio annotato giorno per giorno dal vescovo Antonio Santin”. Un volume da 474 pagine, in uscita nelle prossime settimane, scritto da don Ettore Malnati, con la prefazione di Crepaldi, e edito dalla “Luglio Editore” con il sostegno dell’Irci.