Calenzano: ritrovato il terzo disperso, salgono a 5 le vittime dell’esplosione. Nessun allarme ambientale
È stato trovato anche il terzo e ultimo disperso dell’esplosione avvenuta ieri mattina nel deposito di carburanti Eni a Calenzano (Firenze). Sale così a cinque i numero delle vittime morte per il tragico incidente su cui indaga la Procura di Prato (che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo). Alla ripresa delle ricerche, questa mattina, erano stati ritrovati i corpi di due dei tre dispersi nella tragedia. Da quanto appreso, erano nell’area della pensilina dell’area di carico. Poi anche il terso disperso è stato, purtroppo, ritrovato senza vita. Durante le difficili operazioni di recupero il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha espresso la vicinanza alle famiglie delle vittime. “Sono in contatto con il prefetto di Firenze Francesca Ferrandino, che segue da vicino le attività dei Vigili del fuoco, ai quali va l’apprezzamento mio e del governo per l’impegno che stanno profondendo”, ha detto. Domani, mercoledì 11 dicembre, sarà intanto giornata di lutto regionale in Toscana, il Comune di Calenzano ha proclamato due giorni di lutto, ieri e oggi.
Calenzano, salgono a 5 le vittime, due i feriti gravi
Tra i feriti sono tre le persone ferite ancora ricoverate: un operaio all’ospedale di Careggi a Firenze e due operai all’ospedale Cisanello a Pisa, tutti in condizioni molto gravi per le ustioni riportate. Quattro dei ricoverati a Careggi sono già stati dimessi. Ieri la Regione Toscana aveva dato un bilancio di 10 feriti portati con i mezzi di soccorso negli ospedali. A questi si sono aggiunti poi almeno 17 persone, secondo la prefettura, che si sono presentate autonomamente negli ospedali, per ferite di vario tipo, comunque non gravi.
Le cause dell’esplosione ancora da accertare
Stando alle informazioni fin qui raccolte, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti. Le vittime, come altri colleghi sul proprio autocarro, stavano facendo rifornimento in mattinata per ripartire e cominciare la giornata. “I loro mezzi – riferisce nel dettaglio il servizio del Tgcom24 – erano parcheggiati sul posto al momento dell’esplosione nello stabilimento, dove si svolge attività di ricezione, deposito e spedizione di benzina, gasolio e petrolio.
Arpat: in aria concentrazioni trascurabili
Intanto l’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, rassicura sul danno ambientale. In un comunicato informa che ci sono in aria “concentrazioni trascurabili”. I tecnici Arpat sono intervenuti in un’area definita “punto di carico”, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante. L’esplosione non ha interessato il parco serbatoi. “L’incendio è durato meno di un’ora e dai rilevamenti della stazione meteo della Regione Toscana più prossima all’evento si è evidenziato che i fumi si sono innalzati per una quota stimabile in 100-200 metri dal piano di campagna. Per effetto della differente densità rispetto all’atmosfera, per poi stabilizzarsi per effetto del vento teso in quota. Grazie alla limitata durata dell’evento – prosegue il comunicato – si stima che la nube si sia dispersa in quota in tempi relativamente brevi. E di conseguenza, le concentrazioni in aria a livello del suolo, sono state ritenute trascurabili. Per tali motivi non si è ravvisata la necessità di prelievo di campioni al suolo”, precisa l’Arpat.
Pichetto Fratin: non c’è un rischio particolare
“Non c’è un rischio particolare – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, “l’area è stata delimitata negli 8 km. Sulle cause e le modalità dell’incidente a Calenzano attendo gli atti ufficiali dell’inchiesta”. Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha intanto chiesto alle autorità competenti di valutare “la possibilità di chiudere” il deposito di carburanti Eni. I rischi connessi alla presenza del deposito, ha spiegato Carovani, non possono continuare a essere gestiti come è stato fatto finora. Oggi è stato proclamato uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno, da Fim Fiom Uilm di Livorno. Almeno 500 lavoratori da stamani si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della raffineria Eni. Al grido di “Basta morti sul lavoro!” domani Cgil, Cisl e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale per le ultime quattro ore del turno.
L'articolo Calenzano: ritrovato il terzo disperso, salgono a 5 le vittime dell’esplosione. Nessun allarme ambientale sembra essere il primo su Secolo d'Italia.