Supermarket della cocaina nel Bellunese, chiesti 9 anni per Dal Borgo
BELLUNO. Arrestato mentre stava bruciando la cocaina in ufficio. Roberto Dal Borgo aveva messo su un supermercato di droga, al bar Sport di Sois. Un’attività imprenditoriale illegale, con tanto di complici stipendiati, per la quale la Procura della Repubblica ha chiesto una condanna a nove anni di reclusione. Meno male che aveva scelto il rito abbreviato: significa che il pubblico ministero Roberta Gallego è partita da una pena base di 13 anni e mezzo, diminuita di un terzo.
Dal Borgo, che rimane detenuto nel carcere Le Vallette di Torino, è difeso di fiducia dall’avvocato Cesare Stradaioli, che ha fatto il possibile per cercare di limitare i danni, ma non è che ci fosse molto spazio per la difesa. Il giro di stupefacenti era grosso e l’imputato è stato arrestato dalla polizia, dopo che si era barricato nella sua stanza e stava tentando di bruciare una parte del corpo del reato. La sentenza a metà aprile, dopo le repliche che la pubblica accusa ha preannunciato scritte. Replicherà anche la difesa, con Dal Borgo in collegamento dal Piemonte e poi la camera di consiglio del giudice Elisabetta Scolozzi. A fine mese poi gli altri reati: violazione di domicilio, calunnia e lesioni aggravate nei confronti di un soggetto, che aveva accusato di aver nascosto droga nel suo locale.
Uno dei corrieri sarebbe stato il cittadino dominicano Juan Manuel Jimenez, che arrivava dalla Toscana alla guida di una vecchia Fiat. È difeso dall’avvocata Alessandra Nava del foro di Treviso e per lui la pubblica accusa ha chiesto quattro anni. Il secondo corriere e terzo arrestato, Gentian Celislami ha invece deciso di patteggiare la pena. Potrebbe cercare di stare al di sotto della condizionale, ma non sembra per niente un’operazione facile: la polizia l’aveva fermato in macchina, lungo via Agordo, trovandogli la cocaina prima nelle mutande e poi anche in casa.
C’erano altre due figure di primo piano in questa sorta di organizzazione, che aveva tra i propri clienti anche un poliziotto bellunese: l’autista Giuseppe Sperli, che ha patteggiato un anno e sei mesi; Mirijan Shira, che secondo l’accusa, andava a prendere la coca a Treviso e la trasportava a Belluno, incassando 500 euro per ogni spedizione, un anno e quattro mesi. Oltre a questi, una serie di figure minori, che patteggeranno a loro volta oppure, come nel caso di tre imputati, chiederanno la sospensione del processo per messa alla prova. Faranno lavori di pubblica utilità, in questo modo estingueranno il reato. —