«Da una coppia gay non nasce nulla»: polemica sulle parole di Finco
VENEZIA. Il via libera al primo programma triennale veneto per le politiche per la famiglia è il terreno in cui si consuma l’ennesima battaglia sul tema delle “famiglie tradizionali”. Al centro dello scontro, una frase pronunciata dal consigliere leghista Nicola Finco: «Da una coppia omosessuale difficilmente nasce qualcosa». Una frase detta al termine dell’intervento dell’assessore Giuseppe Pan, a difesa della famiglia “naturale”. Un intervento che già aveva fatto storcere il naso a non pochi consiglieri di minoranza, sbottati dopo le parole di Finco.
«Inaccettabili – le ha definite la consigliera Elena Ostanel (Veneto che vogliamo) – soprattutto da chi aveva il ruolo di presiedere il Consiglio in maniera super partes». Ma Finco schiva la polemica: «Stavamo parlando di natalità. Mentre, nel corso degli interventi, c’è chi ha iniziato a discutere di famiglie Lgbt. Ho semplicemente voluto riportare la discussione al suo tema iniziale, dicendo che da una coppia omosessuale, da un punto di vista biologico, non può nascere un figlio».
Schermaglie a parte, il piano per la famiglia è passato, nonostante i nove consiglieri che si sono astenuti dal votarlo. Consiste in un piano di finanziamenti da 28 milioni e 780 mila euro per il primo anno, rimandando per i due successivi alle disponibilità del bilancio regionale al reperimento di ulteriori risorse.
Oltre metà di questo tesoretto (15,5 milioni) servirà a potenziare i servizi per la prima infanzia. Quasi 5 milioni saranno invece utilizzati per ridurre le rette per nidi, asili e servizi per la fascia 0-6 anni: rette che, negli anni della pandemia, hanno spesso subito un aumento, per rispondere alle difficoltà che stanno affrontando queste scuole. Altri 5,1 milioni saranno invece spesi per i progetti di sostegno per famiglie numerose, monoparentali, con parti plurigemellari o con figli orfani. L’ultima tranche da 2,4 milioni sarà invece utilizzata per potenziare i servizi di mediazione e assistenza dei consultori familiari. Le risorse rimanenti saranno spese per lo sviluppo degli sportelli famiglia e delle reti territoriali.
«Il voto del Consiglio apre definitivamente la strada a una serie di iniziative di supporto a quello che è il nucleo fondamentale della nostra comunità» commenta soddisfatto il presidente Luca Zaia, «È un intervento prezioso e strategico nel contesto di congiuntura socioeconomica di questo momento, conseguente a due anni di pandemia e alla crisi internazionale legata alla guerra ucraina». Più cauti i consiglieri dem. Soddisfatti per le istanze approvate: «la family card, la progressiva gratuità degli nido, l’aumento dei consultori e le misure per l’educazione all'affettività e alla sessualità. Critici su altri aspetti: «La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la crescita degli adolescenti e la loro autonomia». Temi da inserire in un periodo di profonda crisi della natalità. E di trasformazione sociale.