Sottopasso delle Campose chiuso e abbandonato, protesta ad Anzù
Da due anni il sottopasso tra Anzù e le Campose, a Feltre, è completamente sbarrato e abbandonato, invaso dalle erbacce e dall’acqua ristagnante. Ma i solleciti a Veneto Strade affinché ripari l’impianto di pompe di prosciugamento e riapra finalmente il sottopasso ai mezzi agricoli – ma anche a ciclisti e pedoni – sono rimasti inascoltati.
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A contestarlo è l’ex consigliere comunale Cesare Campigotto. Era stato lui, residente poco lontano, ad accorgersi nell’agosto 2020 del suono di allarme che usciva dall’impianto di prosciugamento andato in tilt e ad avvertire l’agenzia stradale regionale. Poi, sempre come cittadino della frazione, ha scritto e riscritto a Veneto Strade per sollecitare la riparazione e la riapertura. Senza risultato.
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«L’ultima lettera di risposta dal dirigente bellunese, l’ingegner Artusato, l’ho ricevuta nel novembre scorso», dice, «poi più nulla, solo silenzio». Nelle settimane scorse ha fatto un ultimo tentativo, invitando Veneto Strade ad un sopralluogo per la mattina di oggi, martedì. Campigotto si è presentato con il faldone con tutta la corrispondenza intercorsa, ma nessuno di Veneto Strade si è fatto vivo. «E questo sottopasso fatto con soldi pubblici, che doveva servire per gli agricoltori ma anche a quei cittadini che vorrebbero andare a passeggiare con il cane alle Campose o a farsi un giro in bicicletta nella zona umida che ricade nella Riserva della Biosfera Unesco del Monte Grappa», contesta, «è ancora chiuso».
La storia di quell’opera – costata 360 mila euro secondo quanto i residenti si erano sentiti spiegare all’epoca dei lavori – è sempre stata travagliata. La costruzione risale alla prima decade del secolo, come passaggio di servizio per i mezzi agricoli che devono raggiungere i 60 ettari di terreni delle Campose. Il sottopasso viene realizzato con un’altezza di oltre quattro metri per far passare i trattori ma ci si accorge presto di un problema: si riempie d’acqua. «È un terreno acquitrinoso, la Sonna fa da falda e quanto si alza arriva l’acqua», scuote la testa Campigotto. «Si sapeva bene, basti pensare che dove ora c’è il campo sportivo di Anzù si formava un lago e d’inverno si usava per pattinare, ma hanno fatto il sottopasso senza drenaggio».
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Tra l’autunno del 2012 e l’inizio del 2013 due episodi accendono i riflettori sull’opera: un anziano con una Panda affonda nell’acqua calcolando male la profondità. Poi alcune ragazzine rischiano di annegare quando la lastra di ghiaccio sulla quale stanno giocando si spacca: sotto l’acqua gelida è alta un metro e mezzo.
Veneto Strade corre ai ripari costruendo un pavimento flottante con un sistema di pompe elettriche per portare fuori l’acqua. L’altezza del passaggio viene giocoforza ridotta a circa due metri e venti centimetri. I trattori non ci passano più ma resta l’accesso a pedoni e ciclisti.
Fino a quando, nell’agosto 2020, le pompe si guastano. «Dopo otto giorno era già allagato», ricorda Campigotto, «e Veneto Strade ha messo un paio di transenne. Poi ha chiuso completamente il passaggio quando abbiamo segnalato la situazione». Le pompe guaste non sono mai state riparate e da allora tutto è rimasto sbarrato. «Nella primavera del 2021 ho iniziato a telefonare a Veneto Strade», dice Campigotto, che si è sempre mosso come cittadino del paese anche quando sedeva in consiglio comunale. «Ho chiesto spiegazioni, mi hanno risposto di avere pazienza, che c’era un problema operativo per la riparazione, ma non è successo niente. Ho iniziato a mandare anche mail».
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Tra settembre e ottobre scorsi Campigotto torna alla carica anche con l’Urp di Veneto Strade a Mestre ma la risposta arrivata il 21 novembre dal dirigente Artusato gli fa cadere le braccia: Veneto Strade chiama in causa il Comune di Feltre, caldeggiando una soluzione condivisa per la riparazione e un passaggio della gestione alla municipalità.
«Ma cosa c’entra il Comune? Il sottopasso è dell’ente responsabile della viabilità più importante coinvolta, dunque Veneto Strade, lo dice il Codice della Strada, devono sistemarlo loro», tuona Campigotto. L’azienda regionale, contesta inoltre Campigotto, fa spallucce anche perché i mezzi agricoli possono comunque passare lungo la pista sterrata dal lato delle Campose, pista che parte dalla rotatoria di Anzù. Una immissione dalla rotatoria sulla quale molti in paese hanno perplessità. «E che comunque costringe i pedoni che vogliono andare alle Campose a percorrere a piedi la rotatoria, cosa proibita», contesta ancora Campigotto.
Contestazioni che l’ex consigliere avrebbe voluto fare a voce, durante il sopralluogo, ai rappresentanti di Veneto Strade. Ma nessuno ha partecipato.