Nevegal, una cabinovia unica dal piazzale alla vetta: piano da 10 milioni con sponda leghista
La società Nevegal 2021 parteciperà al prossimo bando della Regione, destinato alle piccole stazioni sciistiche, con una proposta che interesserà gli appassionati del circo bianco. «Per il definitivo rilancio dell’altopiano in termini turistici, sia d’inverno che d’estate», anticipa il presidente Alessandro Molin, «stiamo perfezionando la proposta di una cabinovia che salga dal piazzale, nelle vicinanze della partenza dell’attuale seggiovia, fino a Col Toront, nei pressi del rifugio Bristot».
Siamo a quota 1.700 metri circa. L’investimento è fra gli 8 ed i 10 milioni di euro, tale, secondo Molin, da rilanciare «alla grande» il Nevegal. Molin è anche direttore della Scuola Sci del Colle (una trentina di professionisti).
L’altro ieri ha incontrato l’europarlamentare Gianantonio Da Re, della Lega, reduce da critiche pesanti alla gestione-Salvini del partito. Insieme a Molin c’erano Roberto Pierobon, direttore della società, e gli assessori del Comune di Belluno Paolo Luciani e Franco Roccon, nonché alcuni amici della Lega, Elisabetta Bortoluzzi e Daniele Libralon.
«La montagna merita la massima attenzione soprattutto in questo difficile momento di caro energia», ha commentato Da Re con un post. «Gli amici mi hanno chiesto un sostegno. L’Unione Europea interviene con i Fondi strutturali. La Regione ha il compito di indirizzare la quota di spettanza. Mi risulta di un prossimo bando, entro la primavera prossima, da parte dell’assessore Federico Caner a sostegno di stazioni “periferiche” quali Nevegal, Croce d’Aune, San Vito di Cadore. Ho già interpellato Caner sui tempi e sull’opportunità di quantificare al meglio il bando, considerando non solo i costi di gestione, ma anche i possibili investimenti di queste stazioni».
Ed ecco, appunto, la proposta della cabinovia. «Sarebbe un salto di qualità salvavita», così lo definisce Molin. «Useremmo un impianto unico per sette piste. Magari con una stazione intermedia, a servizio, specie d’estate, anche delle attività turistiche in zona. Le seggiovie si dimostrano di difficile gestione, in particolare quando il meteo peggiora».
Con questo presupposto Molin fa sapere che potrebbero esserci degli investitori disponibili a creare in quota un grande albergo-rifugio. Ma la neve? E le temperature? Il presidente è convinto che questi non siano problemi. «La neve in alto resiste a lungo, perché siamo in zona d’ombra. Ed è dimostrato, dati alla mano, che non mancano le temperature per la neve programmata, che ormai viene fatta anche in presenza di quella naturale, quando non è sufficiente».
Il Comune ha assicurato il suo pieno sostegno. L’assessore Roccon, riferisce Da Re, ha assicurato che entro la fine dell’anno dovrebbe definire il piano per l’acquisizione da parte del Comune degli impianti, dal prossimo anno, e al tempo stesso il bando per la loro gestione futura. «Nevegal 2021 parteciperebbe con il pieno della sua esperienza, oltre che del suo entusiasmo», assicura Roccon, confermando la speranza, fra l’altro, che per la stagione invernale 2023-2024 sia pronto anche il laghetto artificiale progettato dal Comune, con una disponibilità di 25 mila metri cubi d’acqua.
Da Re, in ogni caso, cercherà soluzioni anche a Bruxelles. In una recente interrogazione alla Commissione europea, l’europarlamentare di Vittorio Veneto aveva chiesto «se intendesse adottare strumenti finanziari specifici a sostegno delle aziende funiviarie per affrontare i rincari dovuti ai maggiori costi energetici» e in particolare «per supportare la filiera turistica di montagna, considerando che, nella sola regione del Veneto tra funivie, cabinovie, seggiovie e sciovie risultano attivi 176 impianti (due terzi, ovvero 115, in provincia di Belluno). Inoltre voleva sapere se non ritenesse «doveroso adottare strumenti finanziari specifici per le aree interamente montane, quali la Provincia di Belluno». Ancora nessuna risposta.