Se lo sport è agonistico, scatta la visita “pro”: Ale’ In Forma/5
MANTOVA. Ogni volta in primavera lo stesso obiettivo. Faccio la visita medica, così quest’anno ricomincio a giocare a flag football. Sì, perché per il campionato, sotto l’egida Fidaf, non basta il certificato di buona salute del medico di base. Così l’appuntamento con il centro di medicina sportiva, negli ultimi anni al Green Park, è sempre stato una costante.
Del resto dell’importanza degli esami e dei controlli dopo i 40 anni abbiamo parlato sin dalle prime puntate. E a 40-50 anni va presa una decisione: se accontentarsi del certificato di buona salute o richiedere una visita più accurata.
«Nel nostro Paese dal 1982 abbiamo una legge che tutela chi fa sport sia a livello agonistico che non agonistico – incalza il dottor Enrico Ballardini, direttore del centro di medicina sportiva di Mantova – Non è un consiglio, è una legge. C’è l’obbligo per chi fa parte del versante agonistico e quindi ha una vita in cui ci siano allenamenti, partite ufficiali, iscrizione a una società del Coni o degli enti di promozione sportiva, a questo tipo di controllo. Un controllo che è catalogato e descritto nei dettagli. Ci sono cose da fare per forza. Alcune obbligatorie dagli 0 ai 40 anni, alcune dopo i 40 anni. Alcune per lo sport agonistico, altre per quello non agonistico».
E chi pratica sport agonistico è chiamato a seguire un iter più accurato. «La visita sportiva per l’agonismo deve farla chi appartiene a società sportive. E a seconda delle normative della federazione viene deciso un anno in cui cominciare. Per esempio nel calcio l’agonismo comincia a 12 anni». E ci si sottopone «a una visita clinica generale, spirometria, esame urine, elettrocardiogramma a riposo ed elettrocardiogramma sotto sforzo. Questo dagli 0 ai 40 anni». Passata la fatidica soglia... «Dopo i 40 anni noi a Mantova, visto quanto è importante l’incidenza della cardiopatia ischemica, dal 1985 facciamo la prova da sforzo in bicicletta. Oltre a quanto detto». E può non essere tutto. «Possono aggiungersi eventuali accertamenti per particolari tipi di sport o nel caso vengano riscontrate patologie durante il test normale. Molto spesso queste guardano al versante cardiologico. Perché durante lo sport si muore di cuore, non per un ginocchio, non per un’anca, non per una gastrite. Ma di cuore si muore».
Chi si accontenta di un’attività leggera ha controlli minori anche superati i 40. «Per i non agonisti proponiamo una visita con elettrocardiogramma di base. Questo suggerisce anche la legge. Probabilmente è un po’ poco, ma quando il medico ha di fronte il proprio “cliente” decide quali accertamenti sia il caso di fare. Se arriva un sessantenne ipercolesterolemico, iperteso, con la pressione non ben controllata... noi proponiamo accertamenti ulteriori. Sta dunque al medico alla sua capacità e coscienza chiedere accertamenti per questa persona».
Che sia agonistica o no, la frequenza con cui sottoporti alla visita è la stessa. «Sempre una volta all’anno – spiega Ballardini – Una precauzione che la legge si prende. E un anno è l’intervallo corretto. Dai 50 ai 55 puoi cambiare tanto, dai 15 ai 20 di solito cambia poco». Se il nostro obiettivo è cambiare lo stile di vita, bisogna capire innanzi tutto le proprie intenzioni. «Se si intende passeggiare sotto i portici un accertamento probabilmente non è necessario ma anche se si pensa solo di andare in bicicletta nel weekend o fare qualche corsa leggera è il caso di fare una visita preventiva e consultare il proprio medico di famiglia che avrà la possibilità di definire l’idoneità o meno del proprio paziente e mandarlo alla medicina sportiva in caso di qualche dubbio».
Io non mi sono mai sottratto e nonostante il fortissimo sovrappeso e la condizione fisica davvero pessima per fortuna il responso è sempre stato positivo: foglio giallo. Ma di ricominciare con il flag non c’è mai stata occasione.
IN BICICLETTA
A Mantova dal 1985 per chi vuole ottenere il certificato per l’agonismo dopo i 40 anni si effettua la visita da sforzo in bicicletta. «Non solo il gradino su e giù. Ma una prova da sforzo massimale monitorata. L’attività cardiaca del soggetto durante l’attività viene tenuta sotto controllo». Secondo il “doc”: «La visita normale dopo i 40 è poco anche per i non agonisti».
ACCERTAMENTI SPECIALI
«Alcuni sport hanno bisogno di integrazioni alla visita standard - precisa Ballardini - chi fa automobilismo ad esempio deve fare elettroencefalogramma e visita neurologica, oltre a un esame audiometrico. Chi fa attività subacquea deve fare un accertamento otorinolaringoiatrico e via dicendo, a seconda delle discipline che si praticano».
CON CHI FARLA
«Le visite mediche sono identiche da 0 a 39 anni e poi dai 40 anni in su. Sia per gli uomini sia per le donne», illustra Ballardini. «Noi specialisti di medicina dello sport visitiamo gli agonisti, i non agonisti possono essere controllati da noi, dai medici di famiglia, dai pediatri di libera scelta e dagli associati federazione medico sportivo italiana».
L’ESPERTO
Il dottor Enrico Ballardini è tra i medici più noti e apprezzati della provincia di Mantova. È specializzato in Cardiologia e Medicina dello sport. Con la sua esperienza è da molti anni una delle colonne del centro di medicina sportiva di Mantova, che dirige dal 2008. Il “doc”, inoltre, è medico sociale del Mantova calcio dal 1991.
LA RUBRICA
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