Food&Science, la senatrice Cattaneo e l’Italia: Non è un Paese per scienziati
MANTOVA. «L’Italia non è un Paese per scienziati». Lo ha detto Elena Cattaneo, accademica e senatrice a vita che alla ricerca ha dedicato tutta la sua esistenza, nel ritirare il “Premio Agricoltura Mantova” in occasione dell’evento inaugurale della sesta edizione di Food&Science festival. Non lo è perché «questo Paese è in bilico tra realtà e finzione, importa ciò che non si permette di coltivare e mangia ciò che non permette di studiare».
Parole pronunciate davanti a una platea di operatori del settore al Bibiena, parlando ad esempio di Ogm. Una spiga di grano sulla grande targa consegnatale dal presidente provinciale Confagricoltura, come simbolo di pace perché, spiega Alberto Cortesi, «rappresenta il frutto del nostro lavoro che è frutto anche di ricerca». Dal palco del Bibiena il festival che vuole “coltivare conoscenza” ha fatto emergere le mille criticità che attanagliano il settore primario. È sempre Cortesi che in chiusura ribadisce: «La situazione attuale porta con sé il rischio drammatico di un ridimensionamento della produzione. Tutti temiamo le conseguenze dei rincari energetici ma non si pensa ancora abbastanza a cosa potrebbe accadere sul versante alimentare se buona parte del mondo agricolo è in grave difficoltà». Lo scenario è occupato da preoccupazioni, per una crisi energetica di enorme portata e per i cambiamenti climatici che, oggi velocissimi, non lasciano tempo alle aziende di adeguare le tecniche agricole.
Una revisione della impostazione della Pac la richiesta che, per il rappresentate provinciale del comparto, è «fortemente ideologica». Porta come esempio la Francia, dove si persegue un modello di azienda del passato: «L’idea bucolica permea la Comunità europea, ma non vogliamo produrre per una élite, ma per tutti, con cibo sano e a prezzo equo».
Il festival indagherà molte delle criticità discusse durante alcune brevi conferenze dell’evento inaugurale, con parola alla direttrice della Direzione Salute della Commissione europea Sandra Gallina, ai numeri uno di Confagricoltura e Federalimentare e ad Alberto Marenghi, vicepresidente di Confindustria. O ancora, ai massimi responsabili di Agrofarmaci e Assofertilizzanti.
L’innovazione è la componente chiave dell’agricoltura di domani e le aziende italiane sono in trend: il 64% utilizza almeno una soluzione di agricoltura 4.0 e il 6% delle superficie totale è coltivata con strumenti 4.0 secondo i dati portati da Chiara Corbo dell’Osservatorio Smart AgriFood. Dalla banca dati Crea numeri più raggelanti: «Ogni azienda sta perdendo 29mila euro» spiega la direttrice del più grande centro di ricerca sul settore. Poco per chi ha ossa robuste, una condanna per le aziende più piccole».