Povertà in aumento ed è emergenza casa, sos della Caritas: «Più rete tra servizi»
Famiglie in grave stato di marginalità nel capoluogo, una richiesta di abitazioni che non trova risposta (e le strutture di accoglienza sono sature), famiglie che i tecnici definiscono della fascia grigia, cioè nuovi accessi diretti alle richieste di aiuto, non orientati dai servizi, gravi problemi di sovra indebitamento.
Questa in sintesi la situazione del disagio sociale che emerge dai dati elaborati nel 2021 dall'Osservatorio delle Povertà della Caritas diocesana, presentati ieri nella sede dell'associazione Abramo, a Mottella di San Giorgio.
«Queste situazioni pongono l'accento su un disagio che si delinea come sempre più complesso» sintetizza Davide Boldrini, responsabile dati dell'osservatorio. I numeri e le statistiche raccontano di una flessione del 10% ma il dato non deve trarre in inganno: «Nelle zone molto periferiche della provincia, grazie a una ripresa del mercato del lavoro si sono registrate uscite dallo stato di bisogno. Ma, in realtà, il capoluogo e tutti i comuni attorno (ben oltre la cintura della Grande Mantova, ndr) hanno registrato una crescita consistente» chiarisce il direttore Caritas diocesana, Matteo Amati. E, a crescere, sono i bisogni di famiglie con figli o di anziani soli.
OLTRE TREMILA FAMIGLIE ASSISTITE
I dati raccontano la consistenza dei servizi offerti dalla rete dei Centri di ascolto Caritas: nel 2021 hanno raggiunto 10.700 persone (3.107 nuclei familiari). Gli stranieri rappresentano il 69% dell'utenza: in particolare, flussi – mai registrati in passato – dal Pakistan. Il 31% sono cittadini italiani di età media – 42 anni e mezzo – più elevata rispetto agli stranieri, molti dei quali ormai fuori dal mercato di lavoro: situazioni radicate di disagio che richiedono tempi lunghi e sottopongono la rete dei servizi ad attività coordinate e continuative. E se si guarda all'oggi, in Caritas sanno già che questi numeri sono destinati ad aumentare: inflazione, costi energetici e ricaduta sulle spese di tutti i giorni, collocano al di fuori della comfort zone sempre più persone che saranno costrette a fare i conti con ansia e paure.
LA CASA RIFIUTATA
Il 14% delle persone che si rivolgono alla Caritas non ha una residenza, sono in prevalenza stranieri ma ci sono anche italiani, in tutto 306 persone, in maggioranza (92%) concentrate attorno al capoluogo . La rete Caritas ha in totale 65 alloggi ma è satura. «E' il bisogno ricorrente, dopo le fasi di accoglienza, quando le persone sono state aiutate ad avere una loro autonomia anche economica, è molto difficile che possano trovare casa nel mercato privato, con la conseguenza che saturano il servizio» spiega Paolo Di Mauro, vice direttore dell'Associazione Abramo, che gestisce i sevizi di accoglienza di tutta la provincia.
A margine dell'incontro con la stampa, Caritas lancia un appello: «Serve una strategia di raccordo tra i servizi e le istituzioni. E' ancora troppo presente il pregiudizio e non bastano neppure le nostre garanzia ma questi rifiuti condannano le persone a uno stato di marginalità. Molti sono uomini adulti e soli (97%), non solo stranieri» racconta Paolo Di Mauro.
«Questi dati - commenta l'assessore al welfare Andrea Caprini - ci indicano se stiamo andando nella direzione giusta o se occorre correggere la bussola. Negli anni abbiamo costruito forme di collaborazione che confermiamo e, anzi, ricercheremo nuove risorse per affrontare la realtà delle povertà abitative».
DEBITI CHE CONDANNANO
Per far fronte all'aumento dei costi della vita si ricorre al prestito bancario e le situazioni di sovra indebitamento divenute insostenibili riguardano anche chi può contare su reddito o pensione da 1.200 euro.
«Sono dinamiche che si stanno potenziando, questa è solo la punta dell'iceberg – ammonisce con preoccupazione Boldrini – siamo alla terza crisi economica in 12 anni, a cui si aggiunge la pandemia: chi era fragile prima ora aggrava la sua situazione, fin che può resiste poi accede al credito. Un aspetto nuovo è la ricaduta, in termini di costi, del super bonus del 110%: non copre tutte le voci e le spese condominiali aumentano. La sdebitazione è un processo lungo e costoso, ci occupiamo perciò anche di accompagnamento e educazione alla gestione delle risorse».
Domenica era la giornata nazionale del povero, da guardare con maggiore umanità «Dobbiamo modificare la nostra visione: i poveri non sono di qualcuno, sono un bene di tutti. Se cambiamo le nostre parole, riusciamo a vivere meglio» è l'invito di Alberto Scandolara, presidente dell'associazione Abramo, presente all'incontro con don Matteo Pinotti in rappresentanza del vescovo di Mantova Marco Busca.