Processo Cantore, la parola a due luminari della Sapienza
Quattro faldoni contenenti in prevalenza documentazione sanitaria da analizzare con accuratezza per accertare se il decesso di tre pazienti sia da addebitare a omissioni ed errori o se la morte sia sopraggiunta per altri motivi non imputabili al personale sanitario. Una montagna di carte che dovranno essere attentamente valutate dai due periti che ieri mattina in tribunale hanno accettato l’incarico giurando davanti al giudice Giovanna Camillo e al pubblico ministero Silvia Bertuzzi.
Si avvicina sempre più alle battute finali il processo a carico del primario di oncologia del Poma, Maurizio Cantore, e di altri tre colleghi del reparto, Roberto Barbieri, Carla Rabbi e Maria Donatella Zamagni, alla sbarra per omicidio colposo, lesioni aggravate, falso in atto pubblico e violazione della privacy.
I due periti sono Vittorio Fineschi e Paolo Marchetti, entrambi dell’Istituto di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma e conosciuti a livello internazionale. Le operazioni peritali inizieranno il 24 maggio e i due professori avranno novanta giorni di tempo per depositare gli esiti della loro perizia. La prossima udienza è stata fissata al prossimo 12 settembre.
Ieri il pubblico ministero ha chiesto ai due periti se i novanta giorni siano assolutamente necessari per analizzare i documenti perché se i tempi dovessero allungarsi ancora ci sarebbe il rischio di prescrizione. I periti hanno confermato la necessità dei tre mesi.
L’indagine era nata sette anni fa dopo un esposto presentato in procura da due oncologhe, Francesca Adami e Beatrice Pisanelli, in disaccordo con i protocolli medici adottati da Cantore. Tre, alla fine, i decessi contestati: Maria Clotilde Somenzi di Mantova, Arnaldo Ghidoni, affetto da carcinoma polmonare, e una donna di 53 anni di Castel d’Ario, Daniela Forzina, ricoverata al Poma nel novembre 2014 e morta in seguito per carcinoma mammario.
Il primo caso è già prescritto mentre gli altri due sono ancora in essere. Ma il rischio di una prescrizione anche per questi incombe: per Arnaldo Ghidoni ci sono ancora alcuni mesi, ma non troppi, mentre per Daniela Forzina il processo potrebbe andare più avanti. Nel corso delle udienze precedenti il giudice aveva chiesto al primario Cantore se volesse rinunciare alla prescrizione, ma l’oncologo del Poma ha preferito avvalersi di questa facoltà.
Sempre nel corso dell’udienza di ieri mattina gli avvocati difensori del primario di oncologia, a integrazione dell’incarico affidato ai due periti, hanno chiesto che si tenesse conto delle linee guida in vigore all’epoca dei fatti. In chiusura i difensori e le parti civili hanno nominato i loro consulenti di parte.