Tecniche di evoluzione assistita in agricoltura: il sì dei coltivatori mantovani
Non chiamateli nuovi Ogm: le differenze ci sono, e per nulla irrilevanti. Eppure, dall’Europa, agli Ogm le Ntg (le nuove tecniche genomiche) o Tea (tecniche di evoluzione assistita) erano assimilate: la Corte di giustizia europea, in una sentenza del 2018, aveva stabilito che gli organismi ottenuti con queste tecniche, nonostante non inseriscano geni di specie diverse nel Dna di partenza, andassero sottoposte alla regolamentazione degli Ogm. Ora dalla Commissione europea c’è un’apertura: ha presentato all’Europarlamento un piano nel quale riconosce il ruolo delle Ngt nella transizione verso un sistema alimentare sostenibile.
Se le critiche non mancano, soprattutto da parte di chi sostiene che in questo modo saranno privilegiate le grandi aziende che deterranno i brevetti dei semi Ngt, le associazioni agricole sembrano approvare il cambiamento. «Siamo di fronte a un vero e proprio punto di svolta per l’agricoltura italiana - commenta il presidente di Confagricoltura, Alberto Cortesi - Questo momento è atteso da almeno vent’anni e ora finalmente avremo la possibilità di ragionare sull’utilizzo di tecniche in grado di aiutare le colture a combattere i mutamenti climatici, sempre più evidenti, e gli insetti alieni, come la cimice asiatica, che mettono a rischio interi raccolti. Scienza e innovazione devono tornare ad essere l’unica guida possibile per il settore primario». Conseguenze importanti anche dal punto di vista commerciale: «Finalmente gli agricoltori italiani potranno competere alla pari con il resto d’Europa e del mondo, dal momento che in molti paesi esteri i vecchi Ogm erano concessi già da tempo, mentre qui non si potevano coltivare. A livello di concorrenza e di valorizzazione dei nostri prodotti, questo è un momento storico».
Passo avanti atteso anche per Coldiretti: «L’apertura alle nuove tecniche di evoluzione assistita, che altri sindacati agricoli hanno ribattezzato i nuovi Ogm, ma che nulla hanno in comune con quelle obsolete tecniche di ibridazione - dice il presidente, Paolo Carra - rappresentano un passo avanti atteso dal mondo agricolo per accompagnare gli operatori sul percorso della sostenibilità e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Le Tea rappresentano uno degli strumenti più efficaci per favorire la transizione ambientale senza inficiare la produttività».
Sulle Tea, Coldiretti invita alla ricerca scientifica senza preconcetti, ma «senza dimenticare il principio di precauzione per la tutela dei consumatori». Parla di opportunità anche Diego Remelli, delegato provinciale Giovani Impresa di Coldiretti: «Alle Tecniche di evoluzione assistita dedicheremo approfondimenti specifici con i giovani imprenditori di Coldiretti - dice Remelli - e accogliamo con favore l’apertura dell’Unione europea, peraltro fortemente sostenuta dal nostro sindacato. Guardiamo al futuro con fiducia e consideriamo le Tea una grande opportunità per le imprese agricole, in particolare in chiave di sostenibilità ambientale, di attenzione alla gestione delle risorse idriche e come risposta al fenomeno dei cambiamenti climatici. Come allevatore sono disponibile a mettere a disposizione qualche appezzamento per la sperimentazione in campo, nel rispetto del principio di precauzione». s.p.