Traffico e spaccio di droga, sequestrati 17,5 chili di marijuana: tre arresti, il capo era un 43enne mantovano
Tre persone arrestate, sette indagati, undici perquisizioni, 17,5 chilogrammi di marijuana sequestrati. Sono i numeri dell’operazione anti-droga “Agenda Verde” della Polizia di Stato di Mantova iniziata nell’ottobre dello scorso anno. Nel mirino degli agenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Mantova, sono finiti sette italiani di età compresa tra i ventidue ed i sessantaquattro anni, residenti nelle province di Mantova, Verona e Cremona
Le perquisizioni sono state effettuate nelle stesse province e sono state eseguite con il supporto delle Squadre Mobili di Verona e Cremona, nonché delle Squadre Cinofili della Polizia di Stato.
I tre finiti in manette sono stati arrestati in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Un arresto è avvenuto in relazione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Oltre ai 17,5 kg di marijuana sono state recuperati anche 150 grammi di hashish e alcune dosi di cocaina.
In carcere la scorsa settimana è finito un 43enne mantovano, con numerosi precedenti, rintracciato a Cremona. Ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stato il Gip del Tribunale di Mantova. Dovrà rispondere del reato di traffico di sostanze stupefacenti aggravato.
Quest’ultima attività è stata l’ultimo tassello di una più ampia indagine che ha permesso di svelare una rete di stoccaggio e spaccio della droga attivo sul territorio mantovano e veronese, con propaggini anche in provincia di Cremona.
Le lunghe indagini hanno avuto inizio con il sequestro di una agenda da parte di un uomo arrestato per detenzione di un ingente quantitativo di marijuana sulla quale erano segnati numerosi pseudonimi associati a somme di danaro e relative indicazioni di un peso. Per sviluppare quell’importante dato investigativo sono stati concentrati tutti gli sforzi da parte della Squadra Mobile volti a dare un nome e un volto a quella che appariva una vera e propria rete di spaccio.
Sono stati analizzati numerosi tabulati di traffico telefonico, analizzati i dati memorizzati sugli smartphone sequestrati e, contestualmente, sono stati effettuati numerosi servizi di osservazione e pedinamento di natura “tradizionale”, che hanno permesso via via di dare un volto e un nome a tutti i collegamenti della rete.
Un aiuto importante è venuto anche dalle modalità con cui i trafficanti assegnavano uno pseudonimo ai vari sodali: quasi sempre riconducibili a una ben delineata caratteristica fisica del soggetto. Al termine delle attività, dopo aver corroborato l’ipotesi accusatoria con l’importante quantitativo di droga sequestrato nel corso delle numerose perquisizioni, eseguite su delega della Procura della Repubblica di Mantova o di iniziativa, si è riusciti a delineare il quadro delle modalità criminali del gruppo.
Tutto faceva capo al 43enne arrestato nei scorsi giorni che aveva creato un sistema piramidale di stoccaggio e distribuzione della droga che gli consentiva di gestire la propria rete di spaccio senza praticamente toccare mai gli stupefacenti. Lo stesso, infatti, utilizzava due diversi livelli di stoccaggio: il primo che riceveva gli interi carichi di droga di diversi chilogrammi con cadenza bimestrale e il secondo, maggiormente ramificato ed insistente sulle province di Mantova, Verona e Cremona, che si occupava di ricevere parti del carico (nell’ordine del chilogrammo o più) e di consegnarlo ai clienti finali.
L’esecuzione dell’ordinanza è l’ultimo atto dello smantellamento di questo collaudato e consolidato sistema criminale, ma non si escludono ulteriori approfondimenti investigativi volti a chiarire maggiormente le attività criminali dei trafficanti in questione.