Rapimento Eitan, il nonno indagato per sequestro di persona aggravato. Di Maio: “Stiamo facendo verifiche per intervenire”. Il punto della situazione
PAVIA. Da sabato sera Eitan, 6 anni, unico sopravvissuto della strage della funivia del Mottarone è in Israele, a tel Aviv. A portarlo fuori dall’Italia, dove fino all’incidente ha vissuto con i genitori e il fratellino, morti nello schianto della funivia, è stato il nonno materno Shmuel Peleg che nonostante un ordine del giudice, il 30 agosto non aveva consegnato il passaporto israeliano del piccolo alla tutrice legale, la zia Aya, sorella del papà di Eitan. Il nonno ora è accusato di sequestro di persona aggravato.
Sabato il nonno, che dalla tragedia viveva a Milano, è uscito con il bimbo come ogni settimana (il giudice aveva acconsentito alle visite dei parenti, nell’ottica di garantire al bimbo già traumatizzato tutto l’amore e il sostegno possibili) ma invece di andare a comprare dei giocattoli l’ha caricato in auto e poi su un aereo privato, prendendo il volo dalla Svizzera a Tel Aviv.
- La Procura di Pavia ha aperto un'inchiesta per sequestro di persona: il nonno Shmuel Peleg è accusato di sequestro aggravato. Aya Biran Nirko, zia e tutrice di Eitan, ha infatti presentato denuncia in Questura dopo che il bambino, uscito con il nonno materno sabato, non era rientrato in casa all'ora prevista (le 18.30).
- Lo zio Or, marito di Aya, ha accusato la nonna Etti, ex moglie di Shmuel Peleg, di avere avuto un ruolo nel rapimento. Lo ha detto durante un’intervista alla radio israeliana 103 fm.
- L’Italia, intanto, non ha ancora intrapreso azioni diplomatiche con Israele sulla vicenda. "Stiamo accertando l'accaduto per poi intervenire". Lo ha detto, a margine di un incontro elettorale in Abruzzo, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondendo ai giornalisti sul caso.
- Secondo alcuni media israeliani il governo del Paese sarebbe orientato a fare in modo che il bimbo sia riportato in Italia, ma non ci sono conferme ufficiali.
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Le comunità ebraiche di Milano e Torino hanno preso le distanze dal gesto del nonno.
- Il sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, ha voluto esprimere tutta la sua preoccupazione: «Eitan è stato rapito dal nonno materno. Stiamo cercando di fare il possibile per riportarlo qui. Per noi è stato quasi come un 11 settembre. Il bambino cominciava a riprendersi e a stare meglio. Sono in costante contatto con sua zia».
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Eitan, che nei giorni scorsi aveva cominciato la prima elementare alle Canossiane di Pavia, scuola frequentata anche dalle cuginette e scelta dai genitori, dal giorno delle dimissioni dall’ospedale viveva con gli zii Aya e Or e le due cuginette a Travacò.
Il rapimento arriva all’apice di una faida familiare che vede opporsi la famiglia materna (che vive in Israele) e quella paterna (che vive in Italia): la famiglia materna rivendica la possibilità di far crescere il bimbo immerso nelle sue radici religiose e culturali, in Israele, quella paterna di farlo crescere in Italia, il Paese scelto dai genitori del piccolo.
Ora cosa potrebbe accadere?
"Ci sono due strade che i familiari a cui il bambino e' stato sottratto possono seguire: quella della denuncia penale perchè è stato commesso un reato che prevede l'arresto e la condanna da 1 a 4 anni, e quella civile che passa per la Convenzione dell'Aia del 1980 che e' stata firmata da Italia e Israele" spiega l'avvocato Lorenzo Puglisi del Foro di Milano, specializzato in diritto di famiglia, di sottrazioni di minori portati all'estero (qui l’articolo completo).
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