Una strage di uccelli protetti, altri usati come esche vive: otto cacciatori denunciati
ROBBIO. Sono otto i cacciatori denunciati per abbattimento di specie protette, maltrattamento di animali e utilizzo di richiami elettronici vietati. Sequestrati inoltre un centinaio di gabbie contenenti uccelli utilizzati come richiami vivi e sette fucili.
È il bilancio dell’attività svolta nei giorni scorsi dagli uomini della Polizia provinciale, guidati dal comandante Mauro Maccarini, che hanno individuato dei cacciatori senza scrupoli, quattro bresciani e altrettanti lomellini, che hanno fatto strage di uccelli proprio nel periodo dedicato alle migrazioni verso sud. Spioncelli, allodole, migliarini di palude, pispole, tordo bottaccio, tordo sassello. Sono alcune delle specie protette dalla convenzione di Berna trovate nei carnieri dei cacciatori che ora dovranno rispondere penalmente di questo massacro di uccelli. In tutto 52 quelli sequestrati durante gli interventi della Polizia provinciale a Robbio, Cilavegna, Borgo San Siro, Torre d’Arese e Montalto pavese.
A Robbio e Cilavegna, fa sapere il comandante Maccarini, i controlli si sono concentrati in alcune delle tratte che rientrano nelle zone di passo, in quei corridoi di migrazione seguiti dagli uccelli durante l’avvicinarsi dei mesi freddi per raggiungere aree più calde. Negli altri centri le verifiche sono scattate in seguito a segnalazioni ricevute da chi si trovava per caso a passare nei punti dove avvenivano gli abbattimenti.
I cacciatori sono anche stati denunciati per maltrattamento di animali. Avevano infatti utilizzato richiami vivi, uccelli acquistati al mercato nero per fare da esca a quelli abbattuti, trovati in pessime condizioni, sanguinanti, con ali spezzate o amputate, becchi tagliati. Sono state quindi sequestrate un centinaio di gabbie contenenti soprattutto allodole.
«I richiami vivi sono ammessi, ma sono sottoposti a una normativa che prevede, per esempio, l’inanellamento della zampa. Però l’anello va inserito quando l’animale è piccolo in modo tale che, una volta divenuto adulto, non debba muoversi – spiega il comandante Maccarini –. In questo caso gli anelli erano mobili, in violazione della legge vigente. Nel corso delle operazioni si è anche provveduto a sequestrare sette fucili e richiami elettrici illegali».
Gli animali sequestrati sono già stati portati al centro di recupero della fauna selvatica in provincia di Brescia. «Si tratta di un centro specializzato in cui si procederà a eseguire accurate analisi – fa sapere Maccarini –. Si procederà anche alla cura della ferite riscontrate in questi uccelli utilizzati come richiami e trovati in condizioni di forte sofferenza che, a cure ultimate, potrebbero anche essere rilasciati». Poi il comandante avverte che proseguirà l’attività a tutela degli animali contro cacciatori spregiudicati, incuranti della normativa che regola la caccia. —
Stefania Prato