Caso Gaiatto, ecco la doppia beffa dei rimborsi
PORTOGRUARO. Rimborsi esigui e neppure arrivati in conto alle vittime del trader Fabio Gaiatto, il portogruarese condannato per la colossale truffa della Venice Investment Group, erano stati accreditati il mese scorso i primissima 230 euro sul conto corrente. Un risarcimento simbolico, più che di sostanza, sicuramente un primo incoraggiante passo per chi aveva investito e perso dai 5 ai 50 o 100 mila euro.
Il problema è che non sono arrivati neppure questi. Questione di tempo, ma dal giorno della notizia chi era destinatario dell’accredito non ha fatto altro che esaminare l’estratto conto. Un piacere più per gli occhi e il morale che per il portafogli. I bonifici da 230 euro dovevano arrivare nei conti dei 726 risparmiatori che si sono costituiti parte civile al processo sulla maxitruffa della galassia societaria ricondotta dagli inquirenti all’ex trader Gaiatto.
Soldi che la procura di Pordenone è riuscita a far versare ai dieci imputati i quali avevano già definito le loro posizioni con i patteggiamenti. Una truffa da 70 milioni di euro. Fabio Gaiatto è stato condannato in appello a dieci anni di reclusione per associazione a delinquere, truffa aggravata, abusivismo bancario e finanziario, autoriciclaggio. Il conto alla filiale di Pordenone del Monte Paschi di Siena è stato acceso proprio dalla procura di Pordenone a favore delle vittime della maxi truffa Venice e intestato al procedimento penale.
«Dal giorno in cui è stato annunciato non è arrivato nulla», dice F.N, 50enne di San Donà, «certo non mi avrebbero cambiato la vita, ma almeno vederseli accreditati in conto corrente prima di Natale sarebbe un piccolo regalo. Noi aspettiamo con ansia perché ci sono tanti cittadini coinvolti che hanno perso molto denaro e questo è solo un anticipo irrisorio nella speranza che sia fatta giustizia trovando tutto il tesoro di Gaiatto anche all’estero, ad esempio in Francia dove è certo sia stato più volte perché ci sono multe e autovelox che lo confermano». L’avvocato di San Donà, Luca Pavanetto, difende circa 300 clienti truffati dal trader in questi anni. «Abbiamo saputo di questo ritardo nei bonifici», dice l’avvocato in prima linea nella difesa di questi cittadini, «e stiamo facendo delle verifiche in merito anche per capire chi li abbia ricevuti e chi no e per quale motivo. Confidiamo di essere arrivati a un punto di inizio importante di questa vicenda giudiziaria e umana». Giovanni Cagnassi