L'esperto: "Il Veneto corre verso il picco, il 21 marzo si arriverà a 2.500 contagi al giorno»
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Gerli, l’ingegnere padovano che ha previsto l’esplosione della seconda ondata. «Successivamente i decessi in regione arriveranno a quota 250 nelle 24 ore»
PADOVA. «In Veneto il picco della terza ondata del virus sarà intorno al 21 marzo quando il numero giornaliero di nuovi contagiati sarà intorno ai 2.500. La rapidità con cui poi la curva scenderà dipenderà invece da quanto drastiche saranno le misure che verranno decise dal governo in questi giorni».
La previsione è dell’ingegnere Alberto Giovanni Gerli, laureato a Padova e specializzato in Texas, che studia con un modello matematico raffinato l’andamento dell’epidemia da più di un anno ed è diventato un punto di riferimento per alcuni tra i più noti medici ed epidemiologi lombardi, tra cui Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia alla Statale di Milano, e Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri.
La previsione
Gerli ha previsto con efficacia l’esplosione della seconda ondata in autunno e oggi le sue previsioni sulla terza fase si stanno rivelando estremamente accurate. «Abbiamo studiato trenta “curve” durante la prima e la seconda fase dalla Cina all’Europa», spiega l’ingegnere, «e la crescita della curva dura sempre quaranta giorni. Considerando che si può identificare l’inizio della “Fase 3” intorno all’8 febbraio, si arriverà con una continua crescita fino a circa il 21 marzo per poi iniziare a scendere».
Il picco, secondo Gerli, sarà caratterizzato da circa 2.500 nuovi contagiati al giorno che diventeranno 250 decessi giornalieri dopo una decina di giorni. «Nella “Fase 1”, da marzo all’estate», aggiunge Gerli, «l’unico parametro sicuro era rappresentato dal numero di decessi. Nella “Fase 2”, da novembre a dicembre, il dato più interessante erano le terapie intensive. Nella “Fase 3” invece, dato che le politiche sui tamponi sono ormai omogenee, facciamo riferimento al numero di contagiati».
E sulla base di questo modello si capisce quando è necessario stabilire le restrizioni. «Sappiamo con certezza che si deve intervenire nei primi 17 giorni», spiega l’ingegnere, «in questo ristretto periodo iniziale, gli interventi di contenimento hanno un’eccezionale efficacia e possono davvero modificare l’andamento della curva». Ma non sulla sua crescita, bensì sulla sua successiva discesa: «La dimostrazione più evidente è stato il lockdown militare disposto in Cina a Wuhan. Neppure quello ha influenzato la crescita della curva quando ormai si era innescata. Passati i primi 17 giorni, l’epidemia segue il suo andamento per la durata di 40 giorni».
I colori
Per Gerli il modello che ha guidato il governo nella “Fase 2”, ossia la divisione dell’Italia in fasce di colore, si basa «su una fotografia di due settimane prima. Dunque, ed è sempre una valutazione scientifica, sconta un costante ritardo nel prendere decisioni. Ho elaborato invece un mio indice di contagio, che a differenza di quello del governo non si basa sui sintomatici ma sui positivi ed è quindi sempre in tempo reale. Qui si osserva una crescita importante in Veneto rispetto a Lombardia e Italia. Siamo quasi a 1,4, quindi da piena zona rossa che mi aspetto sarà istituita su tutta Italia, Sardegna esclusa, presto fino a Pasqua.
E intanto ecco l'incidenza in Veneto distretto per distretto
Il futuro
Tuttavia c’è la fondata speranza che l’arrivo dei vaccini possa rappresentare la luce in fondo al tunnel e che i sacrifici chiesti nelle prossime settimane possano essere davvero gli ultimi. «Al momento possiamo ipotizzare che non ci sarà una “Fase 4”», spiega l’ingegnere padovano, «la “Fase 1”, partita a Wuhan a gennaio, da noi è arrivata il mese dopo. La “Fase 2”, iniziata in Francia a ottobre, in Italia è arrivata il mese successivo. La “Fase 3”, scoppiata nel Regno Unito, da noi è arrivata a febbraio. Ad oggi, grazie alle vaccinazioni che sono l’unico elemento che possono avere effetti sulla crescita della curva, nel mondo non sia hanno tracce di una possibile “Fase 4”. E questa è davvero una bella notizia per tutti». —
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