Montalto, arriva l’ok dalla Soprintendenza: la sagrestia si abbatte
Giunge l’assenso dall’ente di Torino alla demolizione Il Comune si farà carico dei costi, poi chiederà il rimborso
MONTALTO DORA
La relazione dell’architetta Silvia Valmaggi, della Soprintendenza ai beni architettonici del Piemonte, chiamata dal sindaco Renzo Galletto per decidere circa il futuro della chiesa di Santa Marta, dopo il crollo di parte del tetto, avvenuto tra sabato 9 e domenica 10 marzo scorsi, consente la demolizione della sagrestia: «La Soprintendenza – spiega Galletto – senza trascurare il valore storico dell’edificio sacro, ha tenuto conto dell’importanza strategica della statale 26 su cui si affaccia la chiesa, ormai diventata un’arteria di traffico internazionale. Lasciare chiusa una corsia della statale in attesa di un intervento di restauro “sine die”, avrebbe comportato disagi troppo pesanti con ripercussioni di natura economica. Dopo le festività Pasquali affideremo l’incarico per una veloce progettazione a cui seguiranno i lavori, eseguiti nella massima sicurezza, con una valutazione statica. Lavori che potrebbero terminare entro un mese. Per i primi di maggio la circolazione potrebbe quindi ritornare nella normalità. Sarà il Comune a finanziare il costo della demolizione, non ancora quantificato, per poi rivalersi sulla parrocchia, proprietaria della chiesa. Così prevede la legge in caso di eventi eccezionali, anche in caso di proprietà private. La demolizione della sagrestia, ovvero della parte pericolante che si affaccia sulla statale 26, era stata sollecitata dall’amministrazione comunale. La chiesa di Santa Marta, in uno stato di degrado da anni, aveva già fatto registrare dei piccoli crolli: alcuni pezzi di cornicione si erano staccanti finendo sul marciapiede. Il Comune aveva quindi provveduto a una messa in sicurezza della facciata ed alla collocazione di una rete di protezione spendendo 25mila euro. La parrocchia non aveva le risorse economiche. Per il momento la circolazione nel tratto davanti l’edificio sacro è quindi a senso unico alternato regolato da un doppio semaforo. Un primo crollo era avvenuto intorno alla mezzanotte di sabato, un secondo nella notte di domenica: la copertura sul lato della sagrestia era implosa e sono ben visibili due crepe importanti sull’angolo dell’edificio messo in sicurezza dai vigili del fuoco che poi avevano redatto una prima relazione certificando lo stato di pericolosità della struttura.
La chiesa di Santa Marta, edificata nel 1700, testimonianza di architettura barocca, è sconsacrata e non è più utilizzata da oltre vent’anni. Il parroco, Don Nicola Alfolsi, aveva richiesto una stima dei costi necessari per il consolidamento: oltre centomila euro. E solo per cominciare. Cifra che la parrocchia, non può permettersi di spendere avendo altre priorità, soprattutto nel campo del sociale.