Perché Agcom compra servizi a consumo invece di siglare accordi forfait?
L’obiettivo dichiarato è quello di migrare, prima o poi, nel cosiddetto “Polo strategico nazionale”, ovvero la soluzione cloud “italiana” legata alla Pubblica Amministrazione. Ma l’attesa sembra essere quella raccontata dal drammaturgo irlandese Samuel Beckett nella sua iconica opera “Aspettando Godot”. Nel frattempo, Agcom continua a stanziare nuovi fondi – anche attraverso tagli da equilibristi ad altre voci di spesa – per contenere l’aumento dei costi legati (anche) alla gestione della piattaforma Piracy Shield. Perché attualmente tutto “gira” sui servizi offerti a pagamento da Microsoft e, in particolare, sul cloud Azure. E, inoltre, l’Autorità non ha siglato accordi “forfait”, ma paga questi servizi “a consumo”.
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Secondo il documento (ufficiale) sulla “Variazione al bilancio di previsione 2024“, a fine ottobre Agcom ha approvato alcuni aumenti e tagli. Tra questi, come spiegato nel dettaglio all’interno della relazione tecnica, è stato aumentato di ben 256mila euro lo stanziamento destinato ai “Servizi cloud infrastrutturali” utilizzati per il funzionamento di alcuni servizi dell’Autorità:
«Tale importo è necessario per finanziare i Servizi Azure che offrono la piattaforma di cloud utilizzata a supporto di numerosi servizi dell’Autorità, tra cui il ROC, Conciliaweb e Piracy shield. Nel corso degli ultimi mesi si è manifestato un aumento nell’utilizzo dei servizi Azure, derivante dal crescente e non prevedibile fabbisogno dovuto a garantire il funzionamento in sicurezza della piattaforma del Piracy shield».
Dunque, buona parte (se non la totalità) di questo aumento dei costi deriva dalla crescita delle risorse dei servizi di Microsoft Azure per la gestione della piattaforma anti-pirateria.
Si tratta dall’aumento maggiore inserito in questo documento di bilancio per il 2024, portando la spesa totale annua (quindi i fondi stanziati) – solamente per questa voce relativa ai servizi cloud infrastrutturali, a 2,65 milioni di euro.
Aumento costi Piracy Shield, Agcom e i servizi “a consumo”
Ma perché sono aumentati questi costi? Perché è stato necessario procedere a un aumento dello stanziamento dei fondi per pagare questi servizi? Come rivelato da Wired, Agcom non sottoscrivere contratti a forfait. Dunque, non ha siglato accordi economici a “prezzo fisso”, ma paga quanto consuma. Dunque, se oggi è richiesto maggiore spazio – in cloud – per la gestione della piattaforma per l’invio dei ticket da parte dei segnalatori autorizzati (Dazn, Sky e Lega Serie A), l’Autorità paga più di quanto previsto all’inizio dell’anno. Esattamente come fosse un piano tariffario telefonico che non prevede – a forfait, per l’appunto – “minuti e giga illimitati”, ma si procede a consumo.
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