Siria, accordo tra le nuove autorità e i ribelli: sciolti tutti i gruppi armati, saranno integrati nelle forze di sicurezza
Ahmed al-Sharaa, meglio conosciuto come Abu Mohammad al-Jolani, sta cercando in tutti i modi di riciclarsi da leader terrorista a grande mediatore dopo la caduta del regime siriano di Bashar al-Assad. Dopo aver ricevuto le delegazioni delle varie confessioni locali, ultima quella drusa libanese guidata da Walid Jumblatt, affermando che il suo Paese non eserciterà più “un’influenza negativa” oltreconfine, adesso si impegna per lo smantellamento delle decine di gruppi armati che hanno preso parte al rovesciamento del regime.
Così, le nuove autorità siriane hanno già annunciato di aver raggiunto un accordo con i gruppi ribelli per il loro scioglimento e integrazione nelle forze di difesa regolari. “L’incontro dei capi dei gruppi si è concluso con un accordo sullo scioglimento di tutti i gruppi e sulla loro integrazione sotto il controllo del Ministero della Difesa”, si legge in una nota diffusa dai media statali. Una notizia che non risolve tutte le tensioni nel Paese, a partire da quelle a Nord, con la Turchia che aumenta la pressione sulle popolazioni curde, e quelle che invece coinvolgono le organizzazioni più estremiste come lo Stato Islamico.
Un lavoro non semplice quello che attende l’ex leader di al-Qaeda nel Paese, trasformatosi repentinamente in una personalità apparentemente dialogante, ma che può contare sull’appoggio di molte cancellerie occidentali, come dimostrano le delegazioni ufficiali che lo hanno incontrato in questi giorni, compresa quella italiana che aveva riaperto l’ambasciata a Damasco appena una settimana prima della caduta di Assad. Il suo tentativo di mostrarsi aperto a tutte le diverse anime del Paese è chiaro: parte della vecchia nomenklatura è stata mantenuta all’interno del governo di transizione, sono già state annunciate elezioni, alle donne è stata garantita la libertà nei costumi e negli spostamenti, mentre a Hama è stato addirittura addobbato un grande albero di Natale in piazza. Che, però, dopo pochi giorni è stato dato alle fiamme.
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