Canischio, autopsia e domande per la tragica morte sotto l’escavatore del 74enne Cattarello
CANISCHIO. Sabato pomeriggio, in municipio a Canischio, gli applausi avevano accolto la consegna di un attestato a Carlantonio Cattarello, 74 anni, in qualità di pronipote di Domenico Campasso, sindaco del paese dal 1948 al 1952. Una cerimonia semplice, con foto e sorrisi, che celebrava un legame familiare e una storia locale. Domenica mattina la stessa comunità che lo aveva festeggiato poche ore prima, si è ritrovata a piangerlo: Carlantonio Cattarello è morto in un incidente sul lavoro, schiacciato dall’escavatore su cui stava lavorando in località Costosa, a Cuorgnè.
Le prime mosse della Procura di Ivrea hanno già delineato punti fermi. «Il fascicolo è tutt’altro che semplice» ha dichiarato il procuratore generale Gabriella Viglione, confermando l’apertura di un’indagine per omicidio colposo contro ignoti. Per ora. Ma l’iscrizione nel registro degli indagati di una persona pare imminente. Dalle verifiche iniziali non risulta alcuna richiesta di permessi per eseguire lavori su quel terreno, di proprietà di un conoscente della vittima. I magistrati, in queste ore, stanno accertando se per manovrare il mezzo usato dal 74enne sia necessaria un’abilitazione. Dalle prime risultanze Cattarello non l’avrebbe conseguita o non rinnovata alla scadenza. Per stabilire le cause esatte del decesso è stata disposta un’autopsia virtuale; se emergeranno dubbi, si passerà a un esame autoptico tradizionale.
Solo in seguito si è potuta ricostruire la sequenza dell’incidente di domenica mattina. L’uomo era al lavoro in un’area collinare caratterizzata da forti pendenze e attraversata da un ruscello. Seduto ai comandi di un mezzo da 17 quintali, si sarebbe avvicinato troppo al bordo. Il terreno non ha retto il peso dell’escavatore. Il mezzo si è ribaltato, travolgendolo. L’impatto non gli ha lasciato scampo. Allertati immediatamente, sono arrivati i volontari della Croce rossa italiana di Cuorgnè, che hanno chiesto il supporto dell’elisoccorso 118. I sanitari hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma le lesioni interne e i traumi riportati erano troppo gravi. I carabinieri di Cuorgnè hanno effettuato i rilievi, delimitando l’area e raccogliendo testimonianze, mentre il medico legale e lo Spresal dell’Asl/To4 hanno avviato gli accertamenti. Si indaga anche sulle condizioni meccaniche del mezzo e sull’ uso dei dispositivi di sicurezza.
A Canischio e in tutto l’Alto Canavese la notizia si è diffusa con rapidità, lasciando attoniti amici, conoscenti e semplici compaesani. «Carlo era un uomo instancabile, genuino, sempre pronto a dare una mano», ricorda il sindaco Riccardo Rosa Cardinal, che sabato lo aveva salutato con una stretta di mano. I messaggi di cordoglio si moltiplicano: dal comitato “Muradur e buscarin” e dagli amici del “Tractor Day Valle Sacra”, che lo definiscono «una colonna delle nostre feste», fino al gruppo “Amici a cui piace Frassinetto”, legato alle sue origini familiari, che ha inviato un abbraccio alla moglie Daniela, al figlio Davide e ai parenti. Ventiquattr’ore appena hanno separato l’onore di un riconoscimento pubblico dalla tragedia di una morte improvvisa. Sabato il palco, le foto, gli applausi; domenica il silenzio rotto dalle sirene dei soccorsi. In mezzo, un destino che ha strappato alla sua comunità un uomo conosciuto per la sua disponibilità e per il suo legame profondo con il territorio.