Beduschi: «A fianco del commissario per salvare Terre d’Oltrepo»
BRONI. «Pronti a mettere a disposizione del commissario gli investitori che avevamo reperito quando abbiamo provato ad entrare nel Cda di Terre. Ora è il momento della ricostruzione della Cantina». All’indomani della nomina, da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, di Luigi Zingone a commissario per gestire la crisi di Terre d’Oltrepo, l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, commenta le prime mosse.
La mossa
Già oggi, Beduschi e il direttore generale del settore Agricoltura, Andrea Massari, incontreranno Zingone in videochiamata, poi il commissario dai prossimi giorni è atteso a Broni. «Nelle condizioni in cui versava la Cantina, il commissariamento era l’unica condizione possibile per ridare fiducia ad un sistema che l’aveva ormai persa da tanti anni – afferma Beduschi – Serviva una forte discontinuità che solo il commissariamento, anche giuridicamente, riesce a dare. Come Regione lo abbiamo voluto fortemente e anche un po’ forzato: per questo devo ringraziare il ministro Urso e il dg del ministero Giulio Donato che sono stati solerti, nonostante la procedura di composizione della crisi, avviata in modo discutibile, abbia frenato almeno di venti giorni l’arrivo del commissario».
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Garanzie su una vendemmia avviata a fatica (e sui pagamenti arretrati delle uve) e risanamento della coop sono le direttrici dell’impegno del commissario (che ha un incarico di sei mesi). «Il commissario ha grandi poteri e come tale dovrà fare luce su quella che è la gestione passata – aggiunge Beduschi – Ma, ora, noi siamo concentrati su quello che si potrà fare per la vendemmia, tutelando i conferitori che per troppi anni sono rimasti penalizzati da gestioni che non hanno valorizzato questa uva meravigliosa. Per questo vogliamo coinvolgere chiunque possa fare andare in un porto una vendemmia così difficile. Poi, si apre in prospettiva un lavoro di risanamento e rilancio della più grande cantina coop della Lombardia».
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Il nodo delle risorse
Il nodo resta quello delle risorse (servono già 11 milioni di euro per assolvere alle scadenze bancarie e alle spese di gestione entro la fine dell’anno, oltre ai soldi per pagare l’uva ai soci): l’assessore regionale anticipa che «metteremo a disposizione del commissario tutte quelle persone e quella finanza interessata con cui abbiamo tenuto aperto un canale fin dal nostro tentativo di entrare nel Cda di Terre – annuncia Beduschi – I contatti sono rimasti e se ne sono aggiunti altri perché ho trovato molto interesse intorno alle sorti della Cantina: la nostra volontà è quella di riallacciare questi rapporti, sia per questa prima fase emergenziale sia per una fase di prospettiva per la coop, che deve essere rifondata non solo nella fiducia, ma anche nelle relazioni. Il territorio deve ripartire su basi diverse, fatte di persone che mettono qualità, conoscenze, finanza e volontà di investire».
Ma per fare tutto questo è necessario che i soci diano ancora fiducia alla cooperativa, conferendo le uve: «Ai conferitori va la nostra massima comprensione e solidarietà: le difficoltà ci sono, ma ora si tratta di dare fiducia ad un sistema diverso, che vuole dare discontinuità con il passato, cambiando le regole e riportandole a quelle originarie, animate da uno spirito cooperativistico e mutualistico».
Oliviero Maggi