Wimbledon, Jannik Sinner: “Con Isner una delle mie migliori partite per come l’ho gestita. Alcaraz? Abbiamo un bel rapporto”-
C’era qualche timore alla vigilia del match contro John Isner, ma uno Jannik Sinner molto solido e centrato si è sbarazzato in tre set dell’avversario che, come previsto, nel frattempo è diventato il tennista ad aver scagliato più ace nella storia. E che non ha lesinato commenti positivi sull’azzurro: “Non voglio fare grandi proclami” ha detto John dopo il match, “ma lui ha assolutamente quello che serve per fare ottime cose, specialmente quando la vecchia guardia uscirà di scena. Probabilmente tra quattro o cinque anni lo vedremo lo vedremo al vertice. Forse anche prima, in effetti”. E proprio da qui si parte nella conferenza stampa con i giornalisti italiani dopo la vittoria che lo ha portato agli ottavi, dove è atteso da Carlos Alcaraz.
D. Come ti fanno sentire le parole di apprezzamento spese da Isner, uno che gira da vent’anni e ha giocato con tutti i più forti?
Jannik Sinner “Innanzitutto, lui è una bravissima persona, cerca sempre di aiutarti anche fuori dal campo. Le sue parole sono importanti, è da tanto che è nel circuito, ma so anche che ho ancora tante cose da migliorare.”
D. Qual è la qualità migliore di Alcaraz a cui devi stare attento?
JS. “Se sei così giovane e già lì, sei speciale. È molto forte fisicamente e mentalmente e sa fare tutto. Tante cose insieme che fanno la differenza. Adesso ho un giorno di allenamento, e giocare contro Carlos sarà un problema del giorno dopo.”
D. Sbaglio a pensare che questa vittoria sia un po’ più speciale di altre, tutte importanti, ci mancherebbe altro, ma che questa in particolare abbia alcuni contorni con sé? Come un rito di passaggio di sentirsi o di divenntare un po’ più adulto.
JS: “La vittoria contro di lui in Coppa Davis mi ha aiutato in questo match, anche se quella volta gli leggevo meglio il servizio. Oggi ho fatto molta fatica, anzi ho proprio fatto 50 e 50. Ho cercato di entrargli in testa. Nel tie-break ho risposto due volte bene da vicino. Tante cose insieme mi fanno crescere, ma non è solo la partita, parte da altre cose che fai fuori dal campo. Certo, posso essere molto contento del mio livello e della gestione di questa partita.”
D. Hai giocato una partita di grande consistenza, non ti sei mai distratto, sei sempre stato concentrato, non hai dovuto annullare neanche una palla break e hai sfruttato le poche occasioni che Isner ti ha concesso: pensi sia stata la migliore partita della stagione, una delle migliori della carriera?
JS: “Quando non c’è ritmo è difficile parlare di come hai giocato o ti sei sentito. Come gestione in generale, una delle migliori. Posso prendere molti aspetti positivi, sapendo però che la prossima partita sarà diversa e ancora più difficile. Devo giocare in modo diverso perché l’avversario è totalmente diverso.”
Tocca poi al direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta, che cerca (invano) di uscire dagli schemi con un intervento che richiama il film Santa Maradona. D. Ti hanno fatto le mille domande di cui sai ormai tutte le risposte a memoria, tutte uguali più o meno. Ecco, c’è una domanda che ti piacerebbe ti venisse fatta e non ti è mai stata fatta alla quale ti piacerebbe rispondere e dire una cosa che ti interessa?
JS: “Non saprei cosa dire [ridacchia], prossima domanda”.
D. Ovviamente non sappiamo ancora e non lo sai neanche tu se ti metteranno sul Centrale oppure sul Campo 1, comunque sono due campi che ancora non hai frequentato. In questi giorni hai anche creato un ottimo feeling con il pubblico e anche Alcaraz è uno dei beniamini. Da quel punto di vista, che tipo di partita sarà, con il coinvolgimento del pubblico e soprattutto su un campo nuovo che richieda qualche forma di adattamento.
JS: “Sarà un campo un po’ più grande. Normalmente sono abbastanza veloce ad adattarmi. C’è anche da vedere com’è l’erba perché oggi, per esempio, mi sono scaldato e quando non c’è più l’erba è come se ci fosse il cemento e sono rimasto un po’ sorpreso perché non ero mai arrivato a giocare su un campo così. Spero in un bel pubblico, sia per lui sia per me, e di fare una bella partita. Non sarà semplice, soprattutto all’inizio.”
D. Sempre collegandomi a questo, se fosse il Centrale, quando entri lì, un po’ di emozione, forse un campo diverso dagli altri, per tradizione e per fascino o credi che sia qualcosa che riuscirai a metabolizzare in fretta?
JS: “Certamente il Centrale è il più speciale, ma anche il campo 1 a Wimbledon è ottimo, non credo ci siano tanti posti in meno rispetto al Centrale”
Torna alla carica il direttore Scanagatta. D. Se potessi scegliere il campo su cui giocare contro Alcaraz, sceglieresti cemento, terra o erba?
JS: “Ora gioco qua, quindi penso all’erba. Non mi va di scegliere, sinceramente.”
Rimane tempo per un paio di domande da parte dei giornalisti stranieri sul rapporto, presente e futuro, tra Jannik e Alcaraz.
D. Siete i giovani più importanti nel tennis. Pensi che diventerà una rivalità importante in futuro?
JS: “È difficile dirlo. Di sicuro spero di esserne parte, ma ognuno ha il proprio percorso. Entrambi siamo grandi tennisti e brave persone. Ma non ci penso molto, penso alla strada che devo fare.”
D. Raccontaci qualcosa in più della vostra relazione.
JS: “Abbiamo un’ottima relazione. A volte parliamo negli spogliatoi. Lui in spagnolo e io in italiano, facciamo un po’ un mix, ma credo che ci capiamo bene. Siamo buoni amici fuori dal campo, ci siamo anche trovati poco fa a fare il bagno di ghiaccio. Penso che abbiamo una buona relazione e spero che continui per molti anni perché è la cosa più importante. In campo, tutti vogliono vincere, quindi speriamo che sia un match emozionante.”