Autisti aggrediti a Monfalcone e Duino: ecco cosa è successo sulla linea 51. Chiesto un tavolo col Prefetto
MONFALCONE Ventiquattr’ore dopo la storia si ripete: ancora insulti, sputi e un autista dell’Apt, stavolta si tratta della linea bis della 51, costretto a fermare il mezzo all’altezza del Conad di Duino, per le troppe tensioni a bordo, che richiedono l’intervento di tre gazzelle dei carabinieri.
Il giorno dopo il caos scoppiato sulla tratta che conduce a Trieste, dove una conducente, pesantemente insultata, ha dovuto stoppare il bus davanti al Commissariato per scongiurare il peggio (un passeggero aveva appena ricevuto un pugno in testa, finendo poi al Pronto soccorso), è di nuovo punto e a capo.
L’ennesimo strappo sul trasporto pubblico locale, che ora vede i sindacati sul piede di guerra, a reclamare con fermezza provvedimenti perché, avanti così, proprio non si può andare.
Ad accendere un faro sulle condizioni di lavoro degli autisti, appunto i fatti di mercoledì, quando una novantina di africani ha preso “d’assalto” la 51 sforando la capienza massima e determinando una situazione insostenibile, nonostante fosse stata chiamata una linea di supporto che entro pochi minuti avrebbe recuperato gli operai e li avrebbe ugualmente condotti a casa, a Trieste.
«L’autista – esordisce il segretario generale della Filt-Cgil Saša Čulev – si è comportata in modo esemplare, ma bisogna puntare i riflettori sul trasporto pubblico locale, poiché la situazione peggiora a vista d’occhio, con episodi a cadenza quasi quotidiana. Si stanno verificando atti di violenza e insofferenza che travalicano Gorizia, come si è visto. Pertanto si rende necessario, con la Regione, aprire un ragionamento assieme ai Prefetti: i lavoratori non si possono recare sul posto di lavoro con il rischio di ricevere minacce o aggressioni. Diversamente, passeremo alle azioni forti».
«La vita e la salute di un lavoratore non possono essere alla mercé di chicchessia – conclude – tutto questo non è accettabile e noi intendiamo reagire. La stessa popolazione si dovrebbe ribellare, trattandosi di un bene pubblico. È intollerabile che qualche elemento agisca in modo così vergognoso».
Uno spaccato della realtà vissuta dagli autisti la offre il collega della Cgil, Gianluca Franco, Rls: «Sempre sulla 51, l’altra sera a Udine, ci sono stati dei ritardi perché dei ragazzi rifiutavano di indossare la mascherina. Un paio di giorni prima, sulla Grado-Cervignano, un conducente Apt, che non ha sporto denuncia, ha ricevuto uno spintone per analoghe ragioni da dei minorenni».
E poi c’è stato un altro grave episodio il 20 giugno alle 18.25, non riferito dalle forze dell’ordine, che ha visto a bordo di un bus «un uomo di nazionalità straniera masturbarsi sulla linea 1, lungo il tragitto della Mainazza, in presenza di un autista».
Che l’aveva poco prima notato perché aveva recato disturbo, con analoghe, censurabili condotte, a una passeggera, la quale recava con sé anche un minore. Lo straniero sarebbe stato denunciato.
Sul posto è dovuta arrivare un’altra corriera per consentire la sostituzione del conducente, condotto – per via dei fatti – alla Massarelli per rendere testimonianza sui fatti. «Si deve lanciare un grido d’allarme – conclude il sindacalista Franco – perché gli autisti non sono sceriffi, anzi spesso si trovano soli in situazioni estremamente complesse: qualcosa va fatto. Già se accadono due episodi in un mese è troppo». Concorde Maria Pia Vannicola (Faisa Cisal): «Auspichiamo non accada nuovamente qualcosa, dal momento che in turno l’autista si è trovata il giorno seguente a condurre nuovamente la 51». In effetti è accaduto sulla bis, non sulla 51. «Chiediamo - dice Vannicola - più controlli e tutele».
Proposte arrivano dalla Cisl, con il segretario regionale della Fit Antonio Pittelli: «Il vero è problema è che il capotreno, l’autista, il controllore sono soli davanti a centinaia di viaggiatori. Cosa potrebbe servire? Intanto investimenti sulla sicurezza: per esempio chiudere completamente la cabina dell’autista».
Sulle linee extraurbane, precisa il collega della Cisl Denis Lovato, «ci sono ancora mezzi con la sola catenella a mo’ di divisorio». «E poi – continua il regionale Pittelli – l’introduzione di un pulsante di emergenza che chiami direttamente l’intervento delle forze dell’ordine, con un collegamento diretto».
Un «grosso problema è la non certezza della pena: nell’inconscio soggiace l’idea di poterla fare sempre franca». Pittelli, che esprime «solidarietà» all’autista e al passeggero vittime dell’orda dei lavoratori dell’appalto individua nelle cause di questi ripetuti incresciosi fatti «un degrado comportamentale generalizzato». «Prima – rifletti – certe condotte erano appannaggio di persone affette da disagio psichico, nullatenenti o ai margini, ora sempre più spesso di notano reazioni esasperate da parte di soggetti comuni e il Covid certo non ha aiutato, anzi acuito l’aggressività». Ne hanno fatto le spese gli autisti.