I 103 anni di Gina, tra una torta e le mimose: «Il mio segreto? Essere ottimisti. E se mi portano la scheda voto anche in aprile»
foto da Quotidiani locali
UDINE. Legge il Messaggero Veneto ogni giorno, fa le parole crociate, si informa alla televisione e gioca a scala 40 («senza soldi, però, mi raccomando»).
Lei è Gina Schiavi, udinese nata l’8 marzo del 1920, che proprio nel giorno della festa della donna ha festeggiato 103 anni nella sua casa di via Ronchi. Con lei il fratello Luciano, la nipote Daniela Fasani, il vicepresidente del consiglio comunale Andrea Cunta, in rappresentanza dell’amministrazione. «Qual è il segreto della mia longevità? Accettare tutto quello che ti capita di buon grado, pensando che il giorno successivo andrà meglio, e restare sempre ottimisti. Sono andata avanti così, e oggi sono allegra come a vent’anni».
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12683011]]
È spigliata e molto lucida la signora Schiavi, che nella sua vita ha girato mezza Italia come infermiera professionale. Oggi si gode la vecchiaia restando a casa, circondata dall’affetto dei suoi cari. Ma non dimentica i suoi doveri da cittadina: «Se mi portano la scheda elettorale voterò anche ad aprile per il Comune. Ricordo ancora la prima volta, nel 1946. Da allora molto è cambiato per noi donne, e vedo che stiamo guadagnando sempre più spazio nella società. Questo è molto importante».
La nonnina udinese vive ogni giorno come se dovesse essere l’ultimo, ma la morte non la spaventa: «Nelle mie preghiere dico al Signore di sentirmi pronta, ma aggiungo che spero di raggiungerlo il più tardi possibile».
Delegato dal sindaco Pietro Fontanini, è stato Cunta a porgere alla signora Schiavi gli auguri di buon compleanno dal parte della comunità udinese, omaggiandola con un libro fotografico sulla città. «L’ultima volta che ci siamo visti è stato per i suoi 100 anni – ha detto –. Oggi, parafrasando un celebre film di Massimo Troisi, “Ricomincio da tre”, ci siamo incontrati di nuovo dopo tre anni. Il mio augurio è che possa essere l’inizio di un nuovo ciclo per ritrovarci a festeggiare di nuovo. Lei – ha chiuso il consigliere – rappresenta un esempio di tenacia e resilienza per tutte le donne. È la portabandiera dell’8 marzo». —