Palazzina in porto a Monfalcone, cantiere da 1,2 milioni
MONFALCONE. L’attendono da tempo e sta per arrivare. Entro l’anno parte la gara per la ristrutturazione della palazzina CpM a Portorosega, destinata a ospitare, tempo dodici mesi, addetti e amministrativi di due società controllate (e nel perimetro di un’imminente fusione) da Fhp, primo operatore italiano nella movimentazione terminalista di rinfuse. La partita è da 1,2 milioni di euro: investimenti privati. Si tratta dell’edificio, datato anni ’70 e pertanto vetusto, âgé, insomma con tutti i segni del macinar del tempo (ma «ovviamente a norma sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza», tiene a precisare la parte datoriale), di proprietà e su sedime della Compagnia portuale Monfalcone.
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«Il computo metrico per la ristrutturazione della palazzina – spiega l’amministratore delegato di CpM Gian Carlo Russo – è stato completato e siamo pronti ad aprire la gara per aggiudicare le opere, entro fine anno». Ci sono stati alcuni ritardi legati alla gestione degli spazi per gli addetti ex articolo 17, gli unici abilitati dalle disposizioni vigenti a lavorare nel perimetro dello scalo marittimo durante i picchi di lavoro, fornendo attività in supporto a quella già assicurata dagli organici dei concessionari. Da prassi, la società che avvia queste maestranze dovrebbe fornire loro idonei ambienti per docce, spogliatoi e mensa. È tuttavia consuetudine a Portorosega che si servano invece degli spazi di Cpm (pure quando quest’ultima non ha stive da scaricare e dunque non è coinvolta), appunto al pianterreno della palazzina. In futuro non sarà più così, l’impresa Alto Adriatico di Mitter Midolini, con cui Russo è peraltro in stretto contatto, ha in animo di erigere una propria struttura da adibire altresì al lavaggio tute e a spazi formativi per la sicurezza. Inoltre anche gli altri operatori dovranno attrezzarsi. Ma c’è da tamponare il presente. Per questo si stanno facendo sotto i sindacati, sollecitando l’Autorità portuale per la sua parte, in termini di «allacciamento e gestione delle reti» nei moduli allestiti a gennaio. Proprio a inizio anno, per porre termine a una situazione di assoluta precarietà con addetti costretti a cambiarsi in piazzale e perfino sotto la pioggia, erano stati predisposti i container. Manca dunque l’ultimo miglio.
Tornando al maquillage, stando a Russo l’intervento prenderà corpo a primavera 2024, tra febbraio e marzo. «Il cantiere, nei primi quattro mesi, affronterà la sistemazione dell’area mense e spogliatoi al piano terra e la predisposizione di pannelli fotovoltaici sul tetto, necessari all’alimentazione delle pompe di calore e al raffrescamento, ai fini della riqualificazione energetica – spiega Russo –. Per sopperire agli inevitabili disagi, stiamo individuando soluzioni, tra cui quella di procedere per blocchi, così da conservare gli spogliatoi per gli addetti Cpm, trovando una soluzione altresì per gli art17». Si pondera l’opzione modulo-container. A giugno il primo lotto dovrebbe essere ultimato. «Seguirà il secondo piano con la Sala chiamate, dove in vista della fusione contiamo d’inserire pure gli amministrativi di MarterNeri per perfezionare l’integrazione di organici, 120 dipendenti in tutto», termina Russo.