Celeghin: «Non si può abbassare la guardia. A Vercelli concentrati per 90 minuti e oltre»
Il centrocampista ha segnato due reti all’Albinoleffe ma non è bastato per vincere. Una sconfitta che brucia. «Commessi alcuni errori»
TRIESTE Non è cosa di tutti i giorni per un centrocampista segnare una doppietta, per giunta di testa, e poi uscire mestamente dal campo per una sconfitta rocambolesca. È successo sabato scorso a Enrico Celeghin, che ha visto vanificare le due reti realizzate dalla rimonta dell’Albinoleffe. La mezzala alabardata analizza il momento generale della Triestina e le prospettive in vista della sfida con la Pro Vercelli.
Celeghin, cosa si prova a perdere dopo aver segnato una doppietta?
È stata in effetti una sensazione un po’ particolare. Chiaramente c’erano tanta rabbia e dispiacere per la sconfitta, anche per come è venuta. Ovvio che da una parte è anche bello segnare, però potevano essere due gol utili per portare punti alla squadra e invece rimane il rammarico che siamo rimasti a secco.
Vi siete chiesti in questi giorni cosa sia successo?
Abbiamo analizzato con il mister e tutta la squadra sia le cose buone, che ci sono state soprattutto nel primo tempo, sia le cose negative. Principalmente alcuni errori e letture sbagliate sia di squadra e che a livello individuale dove dovevamo far meglio, e che hanno causato i gol presi.
L’ultima rete brucia ancora?
Molto, dopo aver subito il pareggio ci siamo ributtati in avanti a cercare la vittoria, l’abbiamo anche sfiorata, poi in contropiede abbiamo subito il gol. Ci abbiamo provato fino alla fine, ma certe fasi erano sicuramente da gestire meglio.
In generale è un momento complicato per la squadra, tre sconfitte in sei partite, le vittorie ottenute in finali rocambolesche: secondo lei perché sta succedendo?
Ogni partita ha avuto una storia a sé, in tutti i match abbiamo fatto dei tratti giocati bene e molto positivi: tutta la gara col Trento anche se l’abbiamo sbloccata alla fine, 50 minuti col Padova, i primi 60 con l’Albinoleffe. Però dobbiamo riuscire a mantenere alte l’attenzione e la concentrazione per tutti i 90 minuti, perché in questo momento, al minimo sbaglio o appena lasciamo qualcosa sotto questi aspetti, lo stiamo pagando.
E come se ne esce?
Spetta a noi lavorare proprio su questi aspetti, ovvero mantenere costanti attenzione e concentrazione, tutti quanti e per tutto il tempo. Stando attenti ai particolari che poi sono quelli che fanno la differenza.
Finora a una sconfitta avete sempre reagito con una vittoria: adesso però arriva una trasferta complicata a Vercelli, che partita sarà?
Una partita complicata, viene facile dire come lo sono tutte, ma è la realtà. A maggior ragione contro una squadra che solo sabato scorso ha perso l’imbattibilità casalinga e il quarto posto, ma ha entusiasmo, valori, fame e voglia, e lo sta dimostrando con un campionato sopra le aspettative. Ma noi dovremo pensare alle nostre cose, ad arrivarci bene e pronti per dare la migliore versione di noi stessi nei 90 minuti più recupero.
Sul piano personale, comunque, il momento è positivo con tre gol in un mese.
Sì, di questo sono contento, perché il gol mi mancava tanto qui a Trieste e ora ne sono arrivati tre. Ora devo continuare su questa strada, sperando però che le prossime reti portino anche dei punti.
In questo modulo, quanta fatica si fa a centrocampo per non far allungare la squadra e impedire le ripartenze?
Secondo me dipende tanto da come si gestisce la palla e come siamo messi in fase preventiva. Ogni modulo ha i suoi pro e i suoi contro, tutti sappiamo che noi lì in mezzo e anche il trequartista dobbiamo correre e sbatterci in entrambe le fasi, e va benissimo cosi, l’importante è farlo assieme da squadra e con un’idea comune, questo fa la differenza.
L’ultimo turno ha dimostrato che anche Mantova e Padova perdono punti: significa che per il primo posto non è ancora finita?
Assolutamente non è finita, il campionato è lungo, sicuramente da qui alla fine le squadre perderanno qualche punto e può essere che capiti anche a noi. Ma bisogna stare sempre sul pezzo, ci sono ancora gli scontri diretti. Noi dobbiamo pensare una partita alla volta per fare il massimo che è nelle nostre corde, che comunque è tanto e può darci grandi soddisfazioni.