Inquinamento a Padova, dall’inizio dell’anno la città respira veleni: «Salute a rischio»
Per trentanove giorni su novanta - quasi uno sì e uno no - a Padova si è respirata un’aria nociva per la salute nei primi tre mesi di quest’anno. Non è una novità se si considera che gennaio, febbraio e marzo sono quasi sempre i mesi più critici per l’inquinamento.
Ma 39 superamenti del limite di legge sono tanti. E lo sono ancora di più se si considera che proprio in questi giorni a Strasburgo si sta discutendo - e si voterà - la revisione della direttiva europea che potrebbe abbassare ulteriormente i limiti di tolleranza dell’inquinamento, allineandoli ai valori consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Emergenza senza fine
Il dato emerge dal report prodotto da Legambiente che fotografa una situazione ancora «preoccupante per la salute dei padovani». Da quando esistono le misurazioni, la città non ha mai rispettato i limiti di legge.
In un anno intero dovrebbero essere massimo 35 gli sforamenti del limite giornaliero di Pm10 (50 microgrammi per metro cubo d’aria), mentre quest’anno in soli tre mesi quel limite è stato superato già 39 volte. Di più: la media annuale dovrebbe essere di 40 microgrammi, ma al momento è di 50. E ad aggravare la situazione c’è il fatto che in alcune giornate - ben otto quelle registrate dalla centralina della Mandria - le concentrazioni di polveri sottili sono state più che doppie rispetto al limite di guardia per la salute, cioè superiori ai 100 microgrammi per metro cubo d’aria.
«Politiche da rivedere»
Per il presidente di Legambiente Padova, Francesco Tosato, è «sempre più necessario rivedere le politiche antismog, attuando misure strutturali e integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, all'industria all'agricoltura e la zootecnia, passando ovviamente per la mobilità, che in ambito urbano è la principale fonte inquinante».
L’associazione ambientalista torna a proporre al Comune alcune strategie per incidere sulle emissioni di inquinanti: potenziare il trasporto pubblico e rendere le corse dei bus più frequenti, incentivare la mobilità elettrica; realizzare quanto prima la Bicipolitana per rendere sicura e capillare la rete delle ciclabili; estendere le zone 30; fermare la realizzazione di nuovi parcheggi. E ancora: incentivare l’ammodernamento degli impianti di riscaldamento; fermare le edificazioni nelle aree verdi che mitigano lo smog, indicando nella rigenerazione del patrimonio edilizio una priorità. E infine, rafforzare i controlli nel settore agricolo, dotandosi di un regolamento comunale di polizia rurale.