Padova, chiuso l’ex Ten di via Bronzetti: il gruppo finisce in liquidazione
In piazza dei Signori, al civico 21, a fianco dei gradoni della Gran Guardia, il ristorante che prima si chiamava Ten e apparteneva alla Ten Food&Beverage, guidata dal ligure Gabriele Volpi, fondata nel 2019 con 40 ristoranti in mezza Italia, ha cambiato nome. Adesso si chiama “Locanda della Loggia” perché è stato acquisito da un’altra società, che ha confermato tutti i dipendenti tra cuochi, camerieri e banconisti.
Non così, invece, per l’altro noto locale pubblico Ten, che si trova in via Sarpi, che ancora prima faceva parte della Kofler, la società dove come soci c’erano anche i fratelli vicentini Pavin.
Il locale è chiuso da oltre un mese. Sulla vetrina è scritto “cambio gestione” ma, al momento, non ci sono segnali di riapertura imminente. Sono rimasti sul lastrico gli otto dipendenti e alcuni si sono anche rivolti ai sindacati.
Tutto questo perché, dopo il fallimento di California Bakery, dichiarato dal tribunale di Milano poco tempo fa (dalla società il Gruppo Ten aveva acquisito tutti i locali già nel 2021 ai tempi del Covid), anche Ten (40 ristoranti in mezza Italia e specialmente in Veneto, Lombardia e Liguria) è stata messa in liquidazione. E vecchi e nuovi imprenditori si stanno mobilitando per acquisirne almeno un parte.
La Locanda della Loggia continua ad avere una buona clientela anche grazie alla location che occupa sin da quando era gestita dal gruppo Kofler (la cucina resta aperta fino alle 23).
Sempre in piazza dei Signori tutto è pronto per l’apertura della pizzeria Gino Sorbillo, che porterà anche a Padova, dopo Napoli e Milano, l’ormai famosa pizza all’ananas, e anche della gelateria Da Bepi che dovrebbe aprire sabato prossimo. Niente da fare, invece, per quanto riguarda la nuova riapertura dell’ex negozio dell’Olio Carli trasferito, da due settimane, in via Altinate, prima del Centro Culturale San Gaetano: potrebbe essere riaperto come negozio visto che la superficie calpestabile non supera i 50 metri quadrati e non può ospitare un locale pubblico in base alle nuove regole introdotte dal Comune che ha tenuto conto delle proteste dei residenti. Questi ultimi, da 20 anni, chiedono di vivere senza avere sotto casa la movida.