Migranti, Renzi va in Albania per attaccare gli hot spot italiani ma una brutta “sorpresa” gli rovina la festa…
La trasferta doveva essere uno “spot” contro gli “hot spot” italiani per i migranti da rimpatriare, ma il viaggetto di Matteo Renzi in Albania non è andato esattamente come previsto. Nei centri di “smistamento” degli immigrati, boicottati dai giudici italiani ma diventati già un modello per molti paesi europei, c’era già un ministro, non italiano, ma danese, il titolare del dicastero dell’Immigrazione, Kaare Dybvad Bek. Come mai? Bè, esattamente per il motivo opposto rispetto a Renzi: il danese ha visitato oggi il centro per i Migranti allestito dall’Italia a Gjader, in Albania, per capire da vicino la composizione della struttura e il suo funzionamento.
Migranti, in Albania Renzi trova il ministro che studia gli hot-spot italiani
Il ministro danese ha lasciato Gjader, pochi minuti dopo che al centro, è entrata una delegazione di parlamentari di Italia Viva, guidata da Matteo Renzi. Fans stranieri e denigratori italiani, in pratica, si sono incrociati. Una brutta sorpresa, per Renzi, che sperava in una passerella trionfale tra i “disastri” dei centri albanese, che però piacciono molto alla civilissima Danimarca. E anche alla Germania, visto che proprio oggi – secondo Politico.ue – i partiti destinati a formare il prossimo governo tedesco hanno concordato un significativo inasprimento delle politiche migratorie. La coalizione, composta dall’Unione cristiano democratica e Unione cristiano sociale (Cdu-Csu) guidata dal futuro cancelliere Friedrich Merz e dal Partito socialdemocratico (Spd), secondo quanto riferisce l’edizione europea di “Politico”, ha approvato una serie di misure che costituiranno il fulcro delle politiche governative nei prossimi quattro anni. Le principali misure concordate includono un incremento significativo delle strutture per la detenzione dei migranti in attesa di espulsione; il blocco per due anni delle procedure di ricongiungimento familiare per i migranti; l’inclusione di Algeria, India, Marocco e Tunisia nell’elenco dei paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti; l’introduzione di norme che prevedono l’espulsione dei migranti condannati a pene detentive; e l’eliminazione dell’obbligo di assistenza legale prima del rimpatrio.
In pratica: il modello Italia, tanto contestato da Renzi e dalla sinistra italiana. “In Parlamento abbiamo discusso di questa vicenda, è stato stanziato 1 miliardo di euro, poco meno, e ora si dice che venerdì Giorgia Meloni farà un Cdm e il quarto decreto per il centro migranti in Albania e lo trasformerà in un Cpr. Io ero lì, garantisco che occorrono altri soldi, c’è da finire i lavori, finire i posti per il Cpr”, ha poi detto Matteo Renzi a Tagadà, su La7, in collegamento dall’Albania. E una parola dal ministro danese, no?
L'articolo Migranti, Renzi va in Albania per attaccare gli hot spot italiani ma una brutta “sorpresa” gli rovina la festa… sembra essere il primo su Secolo d'Italia.