Snowboard: immaginare una stagione migliore per l’Italia è utopia. Azzurri strepitosi tra parallelo e cross
Una stagione da sogno nella quale il Bel Paese ha vinto praticamente tutto il possibile. Ripetere un’annata così in futuro, ma anche solo immaginarla, appare utopia. L’Italia dello snowboard si è esaltata tra Coppa del Mondo e Mondiali, cogliendo un’infinità di podi e vittorie che fanno ben sperare verso le Olimpiadi di casa del prossimo anno.
Il settore migliore è stato sicuramente quello del parallelo. Maurizio Bormolini si è portato a casa la Coppa del Mondo generale ed anche quella di parallelo, cogliendo anche il successo iridato nella prova a squadre con Elisa Caffont, ma oltre all’annata mostruosa del livignasco ci sono risultati esaltanti da parte di una squadra strepitosa. La ciliegina sulla torta è stata sicuramente la medaglia d’oro del capitano, il veterano Roland Fischnaller, nel PGS ai Mondiali, ma da segnalare sono anche i 25 podi (più la medaglia di bronzo nella prova mista dei Mondiali) totali agguantati dal Tricolore nel massimo circuito internazionale. Dai già citati Bormolini, Caffont e Fischnaller passando per Aaron March, Daniele Bagozza, Jasmin Coratti, Lucia Dalmasso, Mirko Felicetti, Gabriel Messner ed Edwin Coratti.
Nello snowboardcross la perla è arrivata in fondo alla stagione: Michela Moioli si è confermata una fuoriclasse assoluta dopo un inverno non del tutto esaltante. La lombarda ha trovato l’oro che mancava alla collezione trionfando in Engadina ai Mondiali (lei che era già stata campionessa olimpica nel 2018).
Livello altissimo nel park and pipe, ma Ian Matteoli ha messo in mostra tutto il suo talento, soprattutto nella disciplina più amata, quella del Big Air: finale mondiale e soprattutto due secondi posti in Coppa.
Se vogliamo concludere con una piccola macchia è venuto a mancare il settore al maschile nello snowboardcross: il solo podio di Lorenzo Sommariva a Cervinia non può bastare per una disciplina dove l’Italia spesso si è esaltata nelle passate stagioni. Soprattutto quello che sembra che manchi è il ricambio generazionale.