Codice Rosso a scuola: decine di segnalazioni di abusi e stalking, e arriva anche una condanna
VOGHERA. Più di duemila studenti incontrati in due anni, una trentina di segnalazioni raccolte, altrettanti colloqui effettuati e una condanna inflitta per revenge porn: è questo il bilancio di due anni di attività sul “Codice Rosso” svolte nelle scuole superiori vogheresi dalla polizia locale.
Il comando di corso Rosselli, infatti, ha lanciato nella primavera del 2024 un’iniziativa sui generis nell’ambito della lotta ai reati di violenza domestica e di genere su cui oggi è pronto a tirare le somme. Nello specifico, il progetto messo in piedi a Voghera ha previsto l’istituzione di un numero di telefono privato (non un centralino, non un numero verde) assegnato a uno specifico agente, il quale ha poi incontrato personalmente tutti gli studenti (nel 2024 furono 90 classi dalla prima alla quinta, mentre nel 2025 per la delicatezza dei temi si è deciso di riservare gli incontri al triennio con una cinquantina di classi coinvolte) delle scuole superiori vogheresi: Galilei, Maserati e Gallini. Durante questi incontri, oltre a spiegare brevemente la normativa del Codice Rosso, l’agente incaricato ha trascorso del tempo con i ragazzi per raccontare loro alcune vicende che ha seguito personalmente, invitandoli a riflettere su quando un comportamento diventa maltrattamento, stalking, violenza psicologica, fisica o sessuale. «Già in classe, ma più spesso nei corridoi o all’uscita da scuola – spiega il comandante Mauro Maccarini –, decine di ragazzi e ragazze hanno chiesto un colloquio al nostro agente, per segnalare un problema che riguardava loro personalmente o qualcuno a loro vicino. Sono saltate fuori così, con un filo diretto con la divisa, una serie di situazioni più o meno gravi, che sono state trattate con la massima serietà. Il nostro agente ha ascoltato gli studenti, ha consigliato loro come muoversi, ha valutato la gravità dei problemi segnalati e li ha aiutati a risolverli. In un caso, il più grave, ha incoraggiato una minorenne a denunciare un suo coetaneo per stalking, e la vicenda si è risolta con una condanna da parte del Tribunale dei minori».
L’idea alla base del progetto era quella di fare prevenzione e i risultati dimostrano che ha funzionato: «Quando si arriva a chiamare un anonimo centralino – spiega Maccarini – lo si fa perché è in corso un’emergenza. Quello che volevamo fare noi, invece, era incontrare i ragazzi prima: intercettarli, spiegare loro quali campanelli d’allarme osservare e, soprattutto, far capire loro che non è mai il caso di aspettare che le situazioni degenerino. Presentando loro un viso amico, e dando loro un numero di telefono diretto, si supera la soglia della diffidenza e si prende il coraggio per esporsi. Il nostro agente (che su questo progetto agisce in piena autonomia) ha quindi raccolto casi di maltrattamenti in famiglia, violenze psicologiche e stalking: in certi casi i ragazzi nemmeno si erano resi conto di esserne vittime. Avevano bisogno che qualcuno glielo spiegasse, per prenderne coscienza. Aver aiutato anche solo un ragazzo o una ragazza a scongiurare un pericolo è per noi un enorme risultato: ne abbiamo aiutati una trentina (per lo più donne), e spero che questo – aggiunge Maccarini, che il 30 dicembre cesserà l’incarico al comando di Voghera - convinca l’amministrazione a proseguire il progetto anche il prossimo anno».