Danielle Madam, la fiaccola è un’emozione grande: «Pavia è casa mia e lo sport è inclusione»
PAVIA. Tedofora d’eccezione sarà Danielle Madam, 28 anni, che avrà l’onore di portare la fiaccola olimpica a Pavia. Pesista, presentatrice nel 2021 al fianco di Marco Lollobrigida, al programma Rai Notti europee, Danielle è stata nel 2023 testimonial Tim, lo scorso anno ai Black Carpet Awards della Settimana della moda di Milano, ha ottenuto il premio "Leader of Change Culture" e quest’anno concorrente del reality game Money Road su sky. Madam ha ottenuto la cittadinanza italiana quattro anni fa e da due si è trasferita a Roma.
Che rapporto ha con Pavia?
«E’ la mia città, sono pavese, anche se ora vivo a Roma. In queste feste sono a casa di mamma a Doula, in Camerun. Oltre che tedofora, io sono anche ambassador delle Olimpiadi Milano Cortina ed ho raccontato il viaggio della fiamma olimpica a Roma. Sono convinta che raccontarlo in prima persona a Pavia sarà una emozione ancora più grande».
Quando ha saputo di essere stata scelta fra i tedofori, cosa ha provato?
«Ero incredula, ci avevo sperato tanto, ma solo quando è arrivata la mail di conferma mi sono resa conto di quanto fosse importante. Sono convinta che occorra prepararsi bene perché portare la fiamma olimpica rappresenta un grande atto di rispetto e di riconoscenza verso lo sport, che ha fatto sempre parte della mia vita».
Si sente emozionata al pensiero di portare la fiaccola olimpica?
«Molto, anche se solo quando avrò la fiaccola in mano sentirò l’emozione più grande e poi soprattutto non vedo l’ora. Ho provato anche orgoglio al pensiero di farlo a casa mia, perché quando me lo chiedono dico che sono pavese doc. Ho vissuto in corso Garibaldi ed in piazza Castello. Ho frequentato dalle scuole elementari sino all’università a Pavia ed ora sto per ottenere la laurea magistrale in economia aziendale. La staffetta per me non poteva che essere a casa mia».
Sa già che percorso farà?
«No, ma per me sarà un onore ed un modo, qualsiasi sia il percorso, per ripercorrere gli anni trascorsi a Pavia. Sarà sempre la mia città, anche se ora mi sono trasferita a Roma. Un compito speciale e particolare come quello del tedoforo mi riempie il cuore perché rappresenta anche il coronamento della mia carriera di atleta. Non sono riuscita mai a vestire la maglia azzurra per problemi burocratici, ma devo dire che portare la fiaccola olimpica è una emozione al pari di essere convocata in nazionale. Non solo luoghi, attraverserà anche il cuore delle persone che ha conosciuto. Porterò la fiaccola anche per chi è stato importante, da Laura Turpini e Franco Corona della 100 Torri, ai miei amici con cui sono sempre in contatto, nonostante sia a Roma. Sarà importante ed un orgoglio per me portare la fiaccola anche davanti alle suore di casa Benedetta Cambiagio dove sono cresciuta. Loro sanno già che dovranno uscire tutte, anche la più anziana, per venire a vedermi. Sono rimasta da loro oltre dieci anni, sono una parte importante della mia storia».
Nel suo caso, portare la fiaccola può avere anche un valore di inclusione?
«La mia storia parla di quello. E’ un segnale importante e racconta come lo sport può essere uno strumento fondamentale per incentivare l’inclusione in Italia. La mia è una storia di riscatto, di una ragazzina che alla scuola media Casorati, se non fosse stata notata dal professore di educazione fisica ed invitata a lanciare al campo Coni, non sarebbe mai arrivata a portare questa fiamma. Il mio essere tedofora è il risultato di una bella storia di integrazione, è un messaggio semplice e chiaro». —