10 momenti (+1) che ricorderemo di Game of Thrones
È finita. Per alcuni meglio che poteva, per altri male, per molti malissimo: «Come una relazione durata nove anni e chiusa con un sms». Game of Thrones non c’è più. Ci ha lasciati lunedì sera, dopo migliaia di cadaveri, centinaia di scontri, decine di tradimenti, cinque protagonisti in giro per il suo mondo che sentivamo un po’ nostro e un amaro in bocca. Quello dovuto a un finale per molti non all’altezza della serie, privo di colpi di scena e di quelle sterzate improvvise che ci hanno fatto urlare, piangere e arrabbiare dal 2011 a oggi. Per i nostalgici, ecco i momenti da andarsi a rivedere adesso che la serie è finita.
1) Il volo di Bran (Stagione 1, Episodio 1)
Era la prima puntata, il primo appuntamento, quello cui non sai ancora se ce ne sarà un secondo. E David Benioff e D.B. Weiss la chiudono con il volo da cinque metri del protagonista più piccolo e innocente della serie. Spinto giù da un cattivone che sta facendo l’amore con sua sorella. Next episode…
2) La decapitazione di Ned Stark (Stagione 1, Episodio 9)
Come inizi a chiudere la prima stagione di una serie? Staccando la testa al suo protagonista, ovvio. «Ser Ilyn, portami la sua testa».
3) La mano tagliata a Jaime (Stagione 3, Episodio 3)
Per quel che quella mano rappresentava, per il motivo per cui l’ha persa, per l’inizio di una storia d’amore e della trasformazione di un uomo.
4) La carneficina delle nozze rosse (Stagione 3, Episodio 9)
Sembrava tutto sistemato: Eddard Stark che poteva amare liberamente la splendida Lady Talisa; gli Stark e i Frey che festeggiavano bevendo vino a litri; Arya che era a soli venti metri dalla sua famiglia perduta; persino Edmure Tully, lo zio di Robb, che si univa all’unica figlia bella di Walder Frey. Poi qualcuno chiude la porta, qualcun altro attacca con la musica dei Lannister e molti altri iniziano la carneficina più sconvolgente dell’intera storia televisiva. «Troverò un’altra moglie», l’ultima frase dell’episodio.
5) La morte dell’odioso Geoffrey (Stagione 4, Episodio 2)
«Non è… niente…». Le ultime parole del ragazzino più odioso del nostro mondo immaginario. Prima di diventare viola. E scatenare scene di giubilo sui divani di mezzo mondo.
6) Il cranio di Oberyn Martell sfondato a mani nude (Stagione 4, Episodio 8)
L’uccisione più brutale, riservata al personaggio più simpatico e solare (forse l’unico) dell’intera serie, ci ha insegnato una cosa: nessuno, in Game of Thrones, è morto fino a prova contraria.
7) Hodor (Stagione 6, Episodio 5)
Per 6 stagioni, il tenero servo fedele degli Stark ha detto solo una parola: il suo nome. Al momento della sua morte, in un corto circuito temporale montato magnificamente sopra una musica strappalacrime, abbiamo capito il perché. E abbiamo pianto tutti.
8) La battaglia dei bastardi (Stagione 6, Episodio 9)
Quella in cui per una volta sapevamo perfettamente da che parte stare, tra il puro Jon Snow e il malvagio Ramsey. In cui abbiamo goduto due volte: la prima per l’arrivo della cavalleria. La seconda per la morte di un uomo: «Seduti! Giù! Giù, state giù! Giù!», le sue ultime parole, ai suoi cani, prima che lo sbranassero.
9) La morte dei non-morti (Stagione 8, Episodio 3)
Era buio, ma non tanto da non vedere Arya spuntare da dietro e ammazzare chi doveva. E da assistere alla morte dell’eterno friendzonato Jorah Mormont per la sua Danaerys.
10) Il Cleganebowl (Stagione 8, Episodio 5)
Il Mastino, il gigante che non siamo mai riusciti veramente a condannare, dopo otto stagioni può finalmente vendicare un torno subito decenni fa. E pur di riuscirci si lancia nel vuoto portandosi dietro il fratello. Muore, ma assieme a lui, tra le fiamme, l’unica cosa rimasta al mondo che gli facesse veramente paura. Chiusura perfetta del cerchio.
Bonus – La morte di Syrio Forel (Stagione 1, Episodio 8)
Capelli alla Cocciante e volto da cantante lirico catalano, il simpatico maestro di spada è il primo eroe a morire per salvare la vita alla piccola Arya. Atterra almeno cinque soldati dei Lannister in quello che è forse il singolo combattimento più spettacolare dell’intera serie. Tutto, con una spada di legno. «Che cosa diciamo al dio della morte? Non oggi».