Covid, 300 classi bellunesi in carico al Dipartimento di Prevenzione
BELLUNO. Il 4% della popolazione bellunese ha il Covid. Lo dicono i dati dei contagi che oggi, 21 gennaio, l’Ulss 1 Dolomiti ha diramato facendo il punto della situazione. Oggi sono 8.673 i positivi in provincia di cui 795 registrati nelle ultime 24 ore. Numeri importanti che però non si riflettono, fortunatamente nei ricoveri. Infatti Sono poco più di 50 i ricoverati totali di cui sei in terapia intensiva, 34 in area non critica e una decina in ospedale di comunità. Una pressione ospedaliera ancora controllabile che per ora sta evitando di ridurre le altre prestazioni sanitarie.
Ad oggi sono i bambini e i giovani le fasce più colpite. Sono 300 le classi attualmente prese in carico dal Team scuola del Dipartimento di prevenzione (100 in più rispetto a qualche giorno fa) per un totale di 3.150 ragazzi. Di queste classi, 41 sono state prese in carico soltanto nella giornata di ieri, 20 gennaio. In quarantena ci sono 133 classi, mentre 167 sono in automonitoraggio. Le classi più colpite sono quelle delle elementari con 1.332 alunni in monitoraggio, seguiti dalle classi dell’infanzia con 972 bimbi sotto osservazione. Alle medie i ragazzini sorvegliati sono 288 a cui si aggiungono i 648 in automonitoraggio, mentre alle superiori sono 558 a cui vanno aggiunti i 1.602 studenti in auto controllo.
Per quanto riguarda le vaccinazioni a non essersi vaccinati ancora sono 30.852 bellunesi pari al 16% della popolazione vaccinabile, mentre sulle terze dosi si sta procedendo bene: il 75,9% della popolazione eleggibile ha la dose booster e tra i 12-19enni il 41,1%.
Sulle vaccinazioni in età pediatrica le dosi somministrate sono 2.936, cioè il 30,7% dei bambini in questa fascia di età hanno ricevuto la loro prima dose. Ad oggi meno del 20% dei bimbi dai 5 agli 11 ani vaccinati ha presentato degli effetti collaterali di modesta portata come febbriciattola, o qualche dolore articolare risolti tutti in 24 ore.
«I bambini positivi al Covid oggi sono cinque volte numericamente superiori a quelli della prima ondata», dice il referente dei pediatri di libera scelta bellunese, Giampaolo Risdonne. «Oggi se un bimbo ha un po’ di febbre, o qualche sintomo simil influenzale è sicuramente Covid. Per questo chiediamo ai genitori di segnalare subito la cosa al pediatra così da poter inviare il bimbo direttamente ai centri tamponi per verificare la realtà dei fatti. Se una volta anche come pediatri dicevamo di attendere qualche giorno dall’insorgenza dei sintomi simil influenzali prima di chiamarci, oggi il consiglio è di avvisarci subito e di tenere subito a casa il bambino onde evitare che il virus si diffonda».
E che i casi di Covid tra i bambini stiano aumentando lo evidenzia anche il primario della Pediatria dell’ospedale di Belluno, Stefano Marzini. «In media ogni giorno accedono al pronto soccorso di Belluno e Feltre quattro bambini affetti dal Covid. Un numero che è decisamente aumentato rispetto alle precedenti ondate. Si tratta di pazienti di età inferiore ai 10 anni, i cui genitori vogliono avere anche delle rassicurazioni dai medici in merito alle condizioni dei loro figli. Inoltre in questi mesi abbiamo trattato anche 20 casi di ragazzini tra i 5 e 10 anni che avevano problemi causati dal Coronavirus e questi li abbiamo posti per qualche tempo in osservazione breve e intensiva. Si tratta di bimbi che gestiscono male questo tipo di virosi. Alcuni di loro ad esempio non riuscivano più a mangiare per via bocca e pertanto li abbiamo dovuti alimentare via flebo per un paio di giorni».
Tre i ricoveri finora eseguiti e di questi due hanno riguardato bimbi affetti da miocarditi causate proprio dal virus. «Casi che però si sono risolti positivamente nel giro di qualche giorno», tranquillizza Marzini. Il quale poi evidenzia come ai reparti di Pediatria dell’azienda sanitaria bellunese si inizino a vedere casi di problemi legati al cosiddetto long Covid. «Sono ragazzi dai 12 ai 16 anni, adolescenti che presentano cefalee, mani fredde, dolori articolari». Un discorso che il primario evidenzia proprio per far comprendere che «a differenza di quello che si può credere, anche nei bambini e nei ragazzini il Covid può avere degli effetti che continuano, terminata la positività, per 2-4 settimane e che quindi vanno prese in considerazione».