Belluno, il postino papà due mesi a casa: «Che bello accudire Sofia»
BELLUNO. «La società è cambiata, sarebbe bello che si desse più spazio anche ai papà per stare accanto ai figli appena nati». La storia di Adriano Musolino è quella di tanti giovani padri lavoratori che chiedono di rivedere un sistema basato su un concetto vecchio di famiglia, arrivando finalmente alla parità di genere anche tra i genitori sia per quanto riguarda i doveri, che per quanto riguarda i diritti.
Musolino è partito sei anni fa da Reggio Calabria, per raggiungere il Bellunese in cerca di lavoro: «Purtroppo nella mia città era diventato sempre più difficile trovare un impiego e così sono partito, trovando alcune opportunità a Belluno ed entrando poco dopo in Poste come porta lettere, prima con un contratto a tempo determinato, poi a tempo indeterminato», racconta. «Con il mio lavoro ho girato tutta la provincia: dal Cadore al Bellunese, a Ponte nelle Alpi e ho conosciuto la mia compagna, con la quale mi sono stabilito a Sedico. Siamo ben radicati nel territorio e stiamo a meraviglia nel Bellunese».
Poi, lo scorso 11 novembre, è arrivata Sofia: «È la mia prima figlia ed è anche la prima nipote per entrambi i rami familiari», racconta con orgoglio, «se non ci fosse stata l’opportunità offerta da Poste di avere un congedo parentale di due mesi all’80% dello stipendio sarebbe stato molto complicato poter garantire la mia presenza in casa per tutte le esigenze della piccola».
Senza questa opportunità, infatti, Musolino avrebbe dovuto accontentarsi dei 10 giorni di congedo parentale obbligatorio previsti per legge, un tempo del tutto fuori dalla realtà contemporanea: «Dieci giorni di congedo per un papà sono troppo pochi e su questo punto siamo rimasti molto indietro in Italia», continua Musolino, «per fare un esempio, le prime due settimane sono state toste, con la bambina che si svegliava ogni due ore e mezzo. Oggigiorno, grazie al cielo, le donne si sono emancipate e quindi non si può credere che siano loro a fare tutto da sole mentre si ha un neonato in casa. Secondo me l’impegno dev’essere al 50% e il padre ha il diritto di stare al fianco del figlio nei primi momenti, che sono quelli più importanti, ma anche i più impegnativi».
Un doppio lavoro, senza però il doppio stipendio: «Quello che conta è il sorriso di mia figlia, quello vale più di qualsiasi obolo che possa essere pagato», commenta papà Adriano.
La festa del papà è festeggiata da Poste Italiane promuovendo, anche in provincia di Belluno, dei percorsi dedicati ai propri dipendenti alle prese con l’avvento di un figlio, perché in un’azienda per oltre il 50% formata da donne, essere padri responsabili e consapevoli è un’esigenza per la costruzione di una vera parità di genere. —