Infrastrutture, sovrapprezzo di 250 milioni. Il caro materie prime fa slittare i lavori in provincia di Belluno
Fermo lo svincolo di Valle, rinviata la messa in sicurezza del tunnel Comelico. Atteso un limite normativo al rialzo dei listini
BELLUNO. Oggi, per avviare e concludere i cantieri infrastrutturali in provincia, servirebbero circa 250 milioni in più del previsto, per gli aumentati costi delle materie prime. L’Ance, l’associazione dei costruttori, presieduta da Paolo De Cian, teme che i ritardi già accumulati e lo sforamento dei preventivi, possano bloccare poco meno di un miliardo di sole opere programmate in vista delle Olimpiadi o comunque necessarie per migliorare l’infrastrutturazione stradale della Provincia. «Come Ance abbiamo chiesto che ci sia concessa una revisione prezzi oltre il limite dell’8%, magari senza vincolo, ancorché rispettosa dei codici Istat, reali non fittizi. Inoltre – aggiunge De Cian – abbiamo sollecitato i competenti Ministeri a riconoscere questa opportunità non solo per i nuovi appalti, ma anche per quelli chiusi nell’ultimo anno, con gravi difficoltà a concludere i lavori».
Qualche esempio? Il sindaco di Valle di Cadore, Marianna Hoffer, conferma che lo svincolo tra l’Alemagna e la provinciale 347 per Cibiana, a Venas, è fermo per questa problematica. Difficoltà analoghe si sono riscontrate per l’avvio della messa in sicurezza della galleria Comelico (non si partirà a fine mese). Strade a parte, la ristrutturazione del Codivilla va avanti a singhiozzo per i medesimi motivi. «Dalle interlocuzioni con i ministeri a Roma ho potuto appurare – informa l’onorevole Roger De Menech – che l’intenzione è quella di operare in due direzioni: fare in modo di contenere al 5-6% i ribassi d’asta, in taluni casi “sparati” fino al 25-30%, dall’altro di concedere la possibilità di una revisione prezzi fino al 15%. Sarebbe una prima risposta. Vedremo nei prossimi giorni ciò che accadrà». In ballo ci sono le tre varianti del Cadore: Valle, Tai e San Vito, per le quali era previsto un investimento complessivo di 128 milioni che salgono a160 milioni con gli aumenti. La prima a partire sarà, entro l’anno, la variante di Tai.
Il commissario olimpico Luigi Valerio Sant’Andrea ha il compito di realizzare la circonvallazione di Cortina e la variante di Longarone, per un importo che nero su bianco è di 600 milioni. Ma con gli aumenti il costo salirebbe a 750 milioni. Allo stesso Sant’Andrea è stata affidata la costruzione della pista di bob; una spesa di 65 milioni di euro che schizzerebbe ad oltre 80. E i 16 milioni per l’adeguamento della strada Lungoboite salirebbero a 20. I 4 per rifare la direttrice che oggi porta da Fiames al Lago Ghedina diventerebbero 5. I 40 milioni per il villaggio olimpico di Fiames ammonterebbero, in definitiva, a 50. I 14 milioni per il recupero e la riqualificazione del trampolino di Zuel non risulterebbero meno di 15,5 milioni, anziché 4, per la riqualificazione dello Stadio del ghiaccio.
Fino a qui la somma darebbe 215 milioni di aumenti. Se, come auspicabile, si metterà in sicurezza l’ingresso in Comelico, con due investimenti complessivamente da 115 milioni di euro (galleria e strada di valle), l’aumento potrebbe risultare di un’altra trentina di milioni. Se poi arrivassero i 58 milioni per la galleria paramassi della provinciale 251 per la Val Zoldana, bisognerebbe mettere in conto altri 12 milioni di rincari. E in questo modo l’esborso che non era in preventivo salirebbe a 257 milioni. «Il che significherebbe – condividono De Cian e De Menech, dai rispettivi punti di vista – dover rinunciare ad alcune opere, perché difficilmente si troverebbero i fondi necessari».
Ecco, perché, a Belluno si attendono novità importanti sulla revisione prezzi già nei prossimi giorni. Si attende un limite normativo oltre il quale non poter andare, che farebbe risparmiare almeno cento milioni di aumenti. Non che centocinquanta milioni siano pochi, ma meglio abbordabili sì.
«Siamo preoccupati. Abbiamo vinto la candidatura nel 2019 perché il 92% delle strutture già esisteva: siamo al primo aprile del 2022, dovremmo già avere gli impianti pronti per i test events ma siamo fermi» aveva denunciato l’altro ieri, a Roma, il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Domani il presidentissimo è atteso a Venezia dove, a palazzo Balbi verranno premiati dal presidente Luca Zaia gli olimpionici delle discipline invernali. Malagò sarà sicuramente invitato a ritornare sull’argomento. —