Sì al decreto Olimpiadi, ma c’è un intoppo. Va verificata la praticabilità dell’Olympia

Mercoledì 27 marzo è in programma un incontro tra l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali ed i competenti uffici regionali per provvedere all’aggiornamento degli strumenti di pianificazione per il contrasto al dissesto idrogeologico a Cortina.

Un emendamento approvato dal Senato la scorsa settimana e dalla Camera martedì, nell’ambito del decreto Olimpiadi Milano Cortina, impone di provvedere entro 30 giorni all’adozione di un piano stralcio che individui le misure strutturali e non strutturali funzionali alla mitigazione e alla gestione del rischio idrogeologico delle aree in cui insistono le piste da sci realizzate su colate detritiche o dove possono verificarsi delle frane, oppure ancora a rischio idrogeologico.

Mercoledì, in sede di verifica, si riscontrerà se i problemi riguardano solo la pista di sci da fondo di Fiames o anche altri comprensori, comprese le piste che saranno teatro delle prossime gare olimpiche e paralimpiche, prima di tutto la celeberrima Olympia delle Tofane; che, appassionati a parte, ospita tra l’altro ormai da moltissimi anni anche le prove di Coppa del mondo femminile. Piste, come si ricorderà, dove ci sono ulteriori investimenti da realizzare. E che ovviamente esigono il pieno rispetto della normativa di sicurezza.

Il problema era stato sollevato dalle autorità regionali cinque anni fa. L’art. 67 del D. Lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente) disciplina i piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e le misure di prevenzione per le aree a rischio. E sarà proprio questo il punto di partenza del lavoro molto serrato da fare. In 30 giorni, come si diceva, mentre di solito la procedura esige 6 mesi di tempo. I tempi stringono perché, appunto, fra meno di due anni bisogna essere pronti per i Giochi.

Tra l’altro, l’emendamento approvato martedì autorizza l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali a reclutare, nel biennio 2024-2025, con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, mediante l’indizione di concorsi pubblici o mediante le ulteriori modalità di reclutamento previste a legislazione vigente, un ulteriore contingente di personale.

La norma specifica che l’intervento è volto a soddisfare le esigenze di funzionamento volte a potenziare le attività finalizzate a mitigare il rischio idrogeologico e gli effetti del cambiamento climatico, anche con specifico riferimento al necessario monitoraggio e governo del rischio idrogeologico per lo svolgimento delle Olimpiadi Milano Cortina, compresa l’attività di pianificazione di cui si è anticipato.

Si diceva dell’articolo 67 della legge 152 del 2006. Mette in conto, questa norma, che le Autorità di bacino debbano approvare “piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico” ricomprendendo “prioritariamente le aree a rischio idrogeologico per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza». Più specificatamente prevede che i piani straordinari contengano in particolare l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato per l’incolumità delle persone e per la sicurezza delle infrastrutture e del patrimonio ambientale e culturale».

Martedì, dunque, l’aula della Camera ha approvato in via definitiva il decreto che reca disposizioni urgenti sulla governance e sugli interventi di competenza della Simico. I sì sono stati 143, i no 49 e gli astenuti 63. E stata fra l’altro introdotta la disposizione che gli Enti territoriali interessati dai Giochi possano «concorrere a finanziare e svolgere attività inerenti ai Giochi, finalizzate a favorire l’impatto positivo sul territorio di rispettiva competenza dal punto di vista sociale, ambientale ed economico».

Nel dibattito sono ritornate, da parte delle opposizioni, forti critiche alla pista di bob e ai 120 milioni di “spreco”, come ha sottolineato Angelo Bonelli portavoce di Europa verde. Di tutt’altro tenore le parole di Gianangelo Bof (Lega), relatore del decreto.

«Le Olimpiadi sono importantissime per tutto il sistema Italia ed è stimato che ci porteranno 1,5 miliardi di euro. Sulla pista da bob, vorrei ricordare che non è che laddove ci sono boschi centenari o millenari, ora si fa questa infrastruttura. Dove si realizzerà la nuova pista, c’è già una pista, che di fatto oggi è una discarica che sarà bonificata. Le polemiche stanno a zero, conosciamo bene la sinistra dei no che non ci rappresenta e che alza inutili polemiche».