Ora di religione in forte declino: a Belluno uno studente su 5 chiede alternative
Calano gli studenti nelle scuole bellunesi, ma aumentano coloro che decidono di non seguire l’ora dell’insegnamento di religione cattolica (Irc). A dirlo sono i dati diffusi dall’Unione degli atei e agnostici razionalisti (Uaar) relativi all’anno scolastico 2022-2023, elaborati sui numeri del Ministero dell’Istruzione.
Nel Bellunese, su 20.329 studenti (dall’infanzia alle superiori), 4.086 hanno scelto di non seguire queste lezioni, cioè il 20,1% del totale. Stranieri ma non solo. In Veneto gli esonerati sono il 20%. A livello nazionale l’anno scorso ci sono stati 1.096.846 ragazzi esonerati, 82 mila in più rispetto all’anno precedente.
«Nonostante la pluriennale decrescita del numero di studenti, i dati che la nostra associazione ha elaborato mostrano una richiesta sempre crescente di scuola laica», afferma il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene.
Istituti comprensivi
L’insegnamento della religione cattolica è previsto in ogni ordine e grado di istruzione, dall’infanzia fino alle superiori. Negli istituti comprensivi i numeri di chi dice no sono relativamente bassi. In alcuni comuni, soprattutto quelli più piccoli e periferici, gli esoneri sono praticamente nulli come nel caso di Voltago, Vallada, Selva di Cadore, Rocca Pietore e Rivamonte, Livinallongo e Danta, territori in cui il dato, però, può variare di anno in anno.
In comuni come Fonzaso e Alano di Piave, dove tra i residenti ci sono molti stranieri, gli esoneri sono più alti. Alla scuola dell’infanzia di Alano, ad esempio, su 42 bambini, 16 sono esonerati (38,1%), mentre alle medie, su 88 studenti, 17 hanno detto no all’ora di religione (19,32%). Alle medie di Fonzaso il 20,63% degli iscritti non segue l’ora di religione.
Anche nel capoluogo le percentuali di esonero dall’Irc variano da zona a zona, raggiungendo alle medie Nievo il 21,87% (75 su 343 studenti), il 28,85% alle scuole Zanon e alla primaria di Mur di Cadola il 30,83% (37 su 120). «C’è un leggero aumento degli esoneri», precisa la preside dell’Ic 2, Bruna Codogno, «e non tutti riguardano studenti stranieri. Ci sono per questi ragazzi tre alternative: entrano dopo o escono prima da scuola se l’ora viene inserita alla prima o all’ultima ora della giornata e in linea di massima cerchiamo di fare così. In alternativa possono svolgere uno studio assistito sotto la sorveglianza di un docente o si possono organizzare delle attività relative all’educazione civica».
Ma se molti stranieri dicono no alle lezioni di religione, ci sono invece famiglie che la ritengono una opportunità per comprendere la società in cui sono venuti a vivere e quindi la fanno seguire ai loro figli.
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Istituti superiori
Tra gli studenti più grandi si registrano i numeri più elevati di esonero dall’insegnamento della religione cattolica. Sono soprattutto gli istituti professionali a evidenziare le percentuali più alte. Si va dal 46,85% dell’istituto Catullo (dove l’anno scorso erano 154 gli esonerati su 328 studenti) al 45,27% del Calvi (244 su 539), dal 42,86% del Segato all’80,60% dell’Alberghiero di Cortina (54 su 67 studenti iscritti), fino al 55,21% del Colotti di Feltre (90 su 163).
«È appurato che negli anni sono aumentati gli studenti che scelgono di non seguire l’ora di religione», commenta la dirigente dei licei Renier, Violetta Anesin. Nella sua scuola quattro ragazzi su dieci, vale a dire 370 su 922, non segue l’Irc. «Alcuni anni fa abbiamo avuto anche un paio di classi dove nessuno aveva scelto di frequentare l’ora di religione. Su questi esiti incide a mio parere anche l’approccio dell’insegnante. Per chi non segue l’Irc è prevista la possibilità di un’ora di studio, anche se cerchiamo di concentrare questo insegnamento all’inizio o alla fine della giornata, in modo da far entrare dopo o uscire prima chi ne è esonerato».