Mantova, Corneliani: ok del commissario alla proposta per il pagamento dei 1.500 creditori
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Ecco cosa può essere pagato partendo dai 70 milioni di debiti della vecchia società in concordato. La parola ai creditori: adunanza il 4 maggio
MANTOVA. «Fattibile»: la proposta presentata da Corneliani srl per il pagamento dei 1.500 creditori incassa l’ok del commissario giudiziale Luca Gasparini. Mentre al 5 di via Panizza la nuova Corneliani spa procede nel percorso di rinascita della casa di moda, intanto la “vecchia” società prosegue sulla strada segnata dalla procedura di concordato preventivo e da un ammontare di circa 70 milioni di euro di debiti concorsuali congelati nel giugno 2020.
Composta da 199 pagine e divisa in 17 capitoli, la relazione particolareggiata del commissario giudiziale è stata comunicata ai creditori il 18 marzo sia con l’invio di un migliaio di Pec, qualora fornite, sia rendendola disponibile sul portale Fallimenti Mantova. Relazione dal profilo neutro e con una capillare ricostruzione di tutti i passaggi della vicenda, al termine della quale Gasparini esprime un giudizio di fattibilità della proposta di concordato presentata da Corneliani srl. Vale a dire: pagamento integrale delle spese di giustizia, pagamento integrale dei crediti privilegiati per circa 19 milioni (fondi compresi) entro un anno dall’omologazione del concordato, pagamento dei cosiddetti crediti chirografari quantificati in circa 50 milioni di euro nella percentuale base dell’8%, indicata nella proposta, incrementabile fino all’11% in virtù di un’espressa clausola di accrescimento, entro tre anni dall’omologazione. Significa che i debiti verso dipendenti, professionisti, piccoli artigiani, enti previdenziali (i privilegiati) potranno essere saldati tra giugno e luglio del 2023 e quelli verso istituti di credito e fornitori di determinate dimensioni (i chirografari) entro giugno 2025. Per i secondi il commissario ha quantificato un possibile 3% di incremento del pagamento precisando che dipende anche dalla collocazione definitiva di alcuni crediti controversi per circa 1,3 milioni.
Le valutazioni di Gasparini fanno seguito a un esame dettagliato della proposta i cui principali capitoli dell’attivo sono tre. Primo: la cessione del ramo d’azienda produttivo e commerciale alla newco Corneliani spa per 17,2 milioni a seguito dell’aggiudicazione da parte del giudice delegato il 22 settembre scorso, con relativa gestione delle fuoriuscite di personale su base volontaria e il ricorso agli ammortizzatori sociali. Secondo: la cessione della partecipazione in Corneliani Usa per 737mila euro aggiudicata a fine gennaio dalla newco per consolidare il rilancio del marchio. Terzo: il realizzo di attivi finanziari verso società controllate per circa 4,7 milioni. Sempre ai fini del giudizio di fattibilità, il commissario ha verificato le poste del passivo e rivalutato i fondi stanziati dalla società. In più la relazione da conto del sacrificio dei creditori chirografari ma non individua vantaggi nell’alternativa fallimentare.
Ampio spazio è dedicato all’esame della crisi che ha preceduto il ricorso prenotativo del concordato nel giugno 2020 così come all’analisi dei fatti successivi con particolare riferimento alla svolta di marzo-aprile 2021 quando la società si trovò davanti a un bivio che rischiava di portarla all’amministrazione straordinaria con tutte le incognite per il soddisfacimento dei creditori sia quantitativo sia per le tempistiche del pagamento. E nella relazione si parla anche di quegli interessamenti o pseudo tali per la casa di moda che si affacciarono da subito per poi rivelarsi orientati al suo spezzatino, che ne avrebbe comportato il dissolvimento, se non a una chiara vocazione speculativa.
E se il lungo elenco di istanze della società a partire da quella per la ripartenza produttiva nell’agosto 2020 testimoniano l’impegno significativo del Tribunale in questi due anni, altro capitolo chiave ha riguardato la gestione e risoluzione, con il contributo del legale del fallimento Gandolfi, delle problematica legata ai negozi full price soprattutto esteri, esclusi dal nuovo piano industriale. Un caso scuola su rapporti pendenti immobiliari in ambito transnazionale, riportato anche su una rivista di riferimento. Infine alla società viene riconosciuto di essere stata in grado, nelle difficoltà, di presentare un piano di concordato con continuità aziendale «che ha valorizzato il ramo d’azienda» e di aver incanalato su binari predefiniti anche i realizzi di ulteriori attivi concordatari «dando ulteriori certezze ai creditori».
La parola ora ai creditori: adunanza il 4 maggio.