«Lunedì in Versalis è sciopero generale»: Cgil e Uil Mantova bloccano chimica e appalti
MANTOVA. «Sarà sciopero generale»: si allarga la mobilitazione già proclamata per lunedì in Versalis da Filctem Cgil e Uiltec Uil dopo l’annuncio Eni della dismissione dell’impianto cracking di Porto Marghera a partire, appunto, da lunedì. Lo stop di quattro ore non riguarda più solo i 1.150 dipendenti del petrolchimico Eni che a Mantova oltre a Versalis conta anche Enipower ed Eni Rewind, ma anche gran parte degli oltre 350 addetti delle venti ditte in appalto che operano in pianta stabile all’interno del sito di via Taliercio. Dai lavoratori impiegati ogni giorno nei servizi di ristorazione e pulizie a coloro che svolgono quotidianamente manutenzioni metalmeccaniche ed edili: maestranze il cui futuro occupazionale è altrettanto legato alle scelte industriali del cane a sei zampe sul nostro territorio.
sciopero di sito e presidio
Questa la decisione presa ieri dalle segreterie generali di Cgil e Uil insieme ai sindacati di categoria delle rispettive confederazioni, alla vigilia dell’assemblea di sito convocata per questa mattina che a partire dalle 9 vedrà riuniti lavoratrici e lavoratori diretti, indiretti e in appalto nella sala mensa dello stabilimento. Uno stop generale con presidio ai cancelli per chiedere garanzie per l’oggi e il domani di 1.600 mantovani e di un quadrilatero industriale che da Mantova arriva a Venezia passando per Ravenna e Ferrara. Perché «la baracca è una e una deve essere la mobilitazione». A spiegare le motivazioni di una protesta su così vasta scala, che definiscono «storica», sono i segretari generali dei sindacati dei chimici Filctem Cgil Michele Orezzi e Uiltec Uil Giovanni Pelizzoni (la Femca insieme alle altre categorie della Cisl non ha aderito alla mobilitazione).
Orezzi: minate le fondamenta di tutti
Uno sciopero di sito, dopo l’assemblea di questa mattina «è un segnale importante, storico – rimarca Orezzi –: il sindacato si muove compatto in ogni sua rappresentanza per mettere al centro l’azione di tutte e tutti i lavoratori e la difesa del territorio mantovano. C’è la percezione generale che si stia andando a toccare direttamente le fondamenta del condominio che ospita tutte le maestranze che operano nel petrolchimico e che ad esso hanno agganciato il loro presente e futuro: avanti su questa strada».
«Regione lombardia batta un colpo»
E come già nei giorni scorsi su queste pagine, Orezzi torna a chiamare in causa la politica nazionale e locale, in particolare la Regione: «Da lombardi un po’ stiamo invidiando il grande attivissimo della giunta regionale dell’Emilia Romagna che si è schierata subito e con parole molto nette a difesa dei petrolchimici del nord e dei suoi lavoratori con un doppio intervento dell’assessore emiliano Colla sui ministeri romani. Ora ci chiediamo: Regione Lombardia intende fare lo stesso? Quando? L’assessore regionale Guidesi, che non più tardi di due mesi fa era in stabilimento a far visita agli impianti di Eni Versalis a Mantova, cosa intende fare? Noi da lombardi ci aspettiamo, anche per sintonia politica con il governo in carica e per gli uomini di spicco a lui vicini al Mise e al Mite, quantomeno la stessa decisione e tempestività di intervento del suo collega emiliano». Intanto, conclude il segretario generale della Filctem, «noi da lunedì inizieremo una mobilitazione che si fermerà solo quando avremo risposte certe per i lavoratori e un nuovo piano industriale di garanzia per tutti visto che l’ultimo presentato nel 2019, dopo la comunicazione di chiusura del cracking, è da considerarsi carta straccia».
Pelizzoni: «A rischio l’intera filiera»
Il fatto è che, come spiega il segretario della Uiltec Pelizzoni, «se ci saranno problemi di approvvigionamento materie prime o se la sostenibilità economica dovesse essere minata da congiunture che portino le stesse a prezzi non più gestibili in casa, come oggi avviene in Eni, ma soggetti al libero mercato, tutto questo porterebbe a ridurre carichi o peggio a scenari su cui poco potremmo agire e ciò non avrebbe conseguenze solo sui dipendenti Versalis o Enipower o Eni Rewind, ma sull’intera filiera a valle e sulle ditte in appalto per servizi diretti ed indiretti o manutenzioni. Questa la motivazione per coinvolgere da subito anche questi lavoratori in una presa di coscienza su quali sono i rischi». Al contempo, «per non ingenerare inutili patemi», Pelizzoni chiarisce che «non è un rischio di domani o dopodomani, ma in prospettiva: se non si programmano e poi realizzano investimenti nuovi inseriti nel contesto della transizione energetica ed ecologica, che al momento latitano o sembrano incoerenti, come realizzeranno il prototipo del riciclo chimico a Mantova senza avere in pianura padana il naturale ricettore di quanto quell’impianto produrrà, cioè il cracking? Dove sbagliamo? Cosa ci siamo persi?».
E per la cisl: «Se non ora quando?»
Per quanto riguarda il chiamarsi fuori della Cisl, il segretario della Uiltec si rivolge quindi direttamente ai colleghi Femca: «Se devo trovare un punto condiviso è l’apertura di un confronto diretto su investimenti e progetti, ma cari amici lo chiediamo insieme da un anno o forse più e la risposta ad oggi non è pervenuta: anche per questo dobbiamo dare un segnale anche se fuori tempo massimo. E speriamo “che io me la cavo!”». E chiude con un appello ai lavoratori: «Dobbiamo essere in tanti al presidio: anche quello è un segnale. Dal divano si combina poco».