Il Po non ha più acqua, l’invito: «Riducete le irrigazioni solo al necessario»
MANTOVA. La grave crisi idrica che attanaglia l’Italia del Nord fa sentire i suoi effetti sui Consorzi di Bonifica del Basso Mantovano che utilizzano l’acqua del Po per l’utilizzo irriguo. Le pompe idrovore, pur tarate per siccità estreme, non sono in grado di attingere sufficiente acqua dal grande fiume, le cui portate e livelli sono ai minimi storici. Prima di prendere contromisure estreme, i Consorzi hanno invitato gli agricoltori a ridurre al minimo indispensabile l’uso dell’acqua.
La situazione più pesante al momento è per il Consorzio del Burana, che comprende il Destra Secchia e che ieri ha emesso un comunicato. «In merito allo stato di grave emergenza idrica legato alla siccità del fiume Po, si informa che attualmente ci troviamo sotto le quote teoriche di funzionamento degli impianti Pilastresi (situato a Stellata di Bondeno, Fe) e Sabbioncello (situato a Quingentole), fenomeno mai accaduto prima, nemmeno in luglio 2006». Le maggiori difficoltà, spiega il Consorzio, si stanno riscontrando nella fornitura di acqua per irrigazione ai 70mila ettari di territorio nella Bassa Mantovana e nel Modenese prelevata a Po tramite l’impianto Sabbioncello. «Data l’eccezionalità e la situazione di grave emergenza, si raccomanda, ove possibile, la sospensione dell’irrigazione mediante impianti ad aspersione (rotoloni) di sorgo e soia in primis, nonché mais e bietola da zucchero». Qualora venga disattesa tale indicazione «il Consorzio potrà interrompere l’erogazione» per dare «priorità alle colture irrigate tramite microirrigazione, quali: vite, pero, pomodoro, meloni, cocomero, orticole ad arboree da frutto in generale».
Non dissimile la situazione del territorio del Consorzio Gonzaga in Destra Po (sinistra Secchia). «Il consorzio comunica a tutte le aziende agricole associate - dice un comunicato sempre di ieri - che in questo momento di emergenza idrica, in cui la risorsa scarseggia in tutto il bacino del Po, è importante ridurne l’uso al minimo indispensabile: anche una sola goccia risparmiata da ciascuno si traduce in un minor prelievo dal Po, e quindi va a beneficio di tutte le zone in difficoltà sia per gli usi agricoli che per quelli potabili».Invitando quindi gli agricoltori a prendere contatto con i guardiani idraulici.