Dopo 154 anni le Sorelle della Misericordia lasciano Mantova
MANTOVA. Un grazie commosso e partecipato domenica 16 ottobre durante la Santa Messa in Duomo dedicato a chi ha fatto tanto per la comunità. Le Sorelle della Misericordia lasciano infatti Casa Martini a Mantova, dopo 154 anni di presenza, nell’ambito di una riorganizzazione. Ed è stato don Renato Zenezini a leggere al termine della celebrazione la lettera del vescovo Marco Busca. «Le 404 sorelle, che fino ad oggi hanno vissuto e operato a Mantova - ha scritto il vescovo - sono state un raggio di irradiazione del Sole della misericordia divina, testimoniando il carisma ricevuto dai Fondatori don Carlo Steeb e madre Vincenza Maria Poloni. Hanno “scaldato” la nostra comunità mantovana con la misericordia tradotta in gesti concreti nella vita quotidiana, in base ai servizi richiesti e ai bisogni del tempo». L’educazione dei giovani, la cura degli ammalati, degli anziani, l’aiuto a poveri e indigenti, le visite ai carcerati, le catechesi. Tanti sono stati gli ambiti in cui hanno operato le suore. E a loro sono stati poi consegnati dei ricordi. «Le sorelle della Misericordia - ha sottolineato il vescovo nel suo scritto - consegnano un’eredità evangelica che la comunità è chiamata a raccogliere. Anche a Mantova si è costituito un gruppo di “Laici Della Misericordia” che condivide la spiritualità e la missione dell’Istituto». Il vescovo ha aggiunto che Mantova non uscirà dal cuore di queste sorelle: «la potenza irraggiante della loro preghiera di intercessione giungerà ancora benefica a riscaldare le nostre vite».
E don Renato Zenezini, insieme a monsignor Giancarlo Signorini, anche a nome di altri sacerdoti e delle catechiste, ha ringraziato ogni singola suora per tutto l’amore e la dedizione donati nel loro servizio. «Ci dispiace moltissimo che ve ne andiate da Mantova - ha detto don Zenezini - la maggior parte di voi faceva la cosa più importante: pregare per tutti noi con la stessa perseveranza di Mosè».
Poi anche il sacerdote ha posto l’accento sul futuro. «Chi le sostituirà? È l’ora dei laici, cari fratelli e sorelle nella chiesa odierna. Si farà avanti qualcuno? Lo speriamo, e lo chiediamo al Signore. Care sorelle - ha concluso - continuate a pregare per noi e siate certe del nostro ricordo quotidiano».