Ponte della discordia a Canneto, ultimi ritocchi e rinforzate le sponde
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foto da Quotidiani locali
Lavori quasi ultimati per il ponticello ciclo-pedonale che collega le due sponde del canale Naviglio e consente di tracciare un percorso ideale tra le due piccole centrali idroelettriche del paese: il mulino Einstein e il Cartara, entrambe gestite dal consorzio di bonifica Garda Chiese.
L’opera, criticata dalla minoranza, è costata 270mila euro (compresi i lavori accessori): 160 mila arrivano dal Gal Oglio Po, il resto sono fondi comunali. La struttura è stata realizzata in ferro: «Un materiale - spiega il sindaco, Nicolò Ficicchia - che garantiva più tutele dal punto di vista della sicurezza e che ci consentirà di non spendere denaro pubblico, in futuro, per le manutenzioni». Dal progetto alla realizzazione, i costi del cantiere sono lievitati (inizialmente la quota carico del Comune era di 30/40mila euro), sia per l’incremento dei costi dei materiali sia a causa di un intervento imprevisto che si è reso necessario in corso d’opera: «Durante i lavori - prosegue Ficicchia - abbiamo scoperto un problema alla struttura del ponte stradale e siamo dovuti intervenire con un’opera che impedisca l’erosione dell’acqua. Abbiamo ragionato a lungo termine, così come per le sponde, che sono state rinforzate grazie al Garda Chiese».
In poche settimane, il cantiere sarà chiuso. Mancano soltanto arredi urbani e piantumazioni. «Saranno posati panchine, tavoli e tabelloni illustrativi - spiega l’assessore alla cultura, Gianluca Bottarelli - e saranno messe a dimora diverse specie arboree: una siepe lungo il muro del mulino e alberi poco prima del ponte». Saranno, inoltre, ricollocate le macine trovate sul posto durante gli scavi: una in pietra, di origine settecentesca, e una d’epoca più recente. «Ricorderanno la storia di questo luogo - prosegue Bottarelli - così come i cartelloni illustrativi. E racconteranno la storia dei mulini, dal 1500 fino ad arrivare a Hermann Einstein. Grazie alla testimonianza di una mappa, ovviamente idealizzata, del Cinquecento, sappiamo sul Naviglio, prima della foce, erano collocate delle macine». Di due si conosce il nome: il mulino San Giuseppe (ora Einstein) e, poco più in là, il mulino Madonna. Servivano per la molitura dei cereali (e, per un po’, dei semi di girasole per produrre olio da combustibile).