Skf, via i macchinari da Poggio Rusco: a primavera la fabbrica chiuderà i battenti
Accordo siglato nel torinese per l’ex Glo, a casa in 170. Nel Mantovano 5 prepensionamenti e 16 ricollocazioni
È iniziato il processo operativo che porterà alla chiusura dello stabilimento Skf a Poggio Rusco. La chiusura dell'impianto poggese era stata annunciata lo scorso mese di luglio, la produzione sarà spostata nello stabilimento piemontese di Airasca, una sorte comune ad altri siti del gruppo. Sempre a luglio erano stati illustrati i tempi. L'inizio della dismissione era prevista per il mese di novembre, per arrivare alla chiusura nella prossima primavera.
Un cronoprogramma che l'azienda sta rispettando in pieno. L'azienda ha spiegato che lo stabilimento di Poggio non è più sostenibile, la proprietà svedese aveva cercato un acquirente, senza successo. Le persone impiegate nello stabilimento al momento della notizia della chiusura erano 21, di queste, cinque avranno un prepensionamento. Per le altre 16, l'azienda ha proposto un eventuale ricollocamento in altri stabilimenti del gruppo, che però non sono vicini, o, in alternativa, l'attivazione di un percorso mirato al ricollocamento. I lavoratori sono affiancati da una società di consulenza specializzata, a spese dell'azienda, che si occupa di individuare nuove prospettive di lavoro e provvedere anche a eventuali percorsi di formazione.
La multinazionale punta all'uscita di circa mille addetti in tutto il mondo in due anni. Di queste, 170 uscite volontarie saranno in Italia, per un turnover degli operai che interesserà sei addetti su dieci. Novanta posizioni riguarderanno figure impiegatizie, mentre 80 saranno operai. Il piano, avviato già nel marzo del 2021, comprende anche l’annuncio di un nuovo stabilimento dei Super precisi ad Airasca, dove è previsto il trasferimento della produzione dei giunti omocinetici di Poggio Rusco.