Il rogo del palazzo 20 giorni dopo: «Per noi sarà un Natale da sfollati»
Rassegnati a dover, probabilmente, trascorrere il Natale e il Capodanno negli alloggi offerti dal Comune nella foresteria di Campo Canoa. Ma altrettanto desiderosi di sapere quando potranno rientrare nei loro appartamenti. A distanza di quasi tre settimane dal rogo del condominio di Cittadella nel quale ha perso la vita uno degli inquilini, un operaio nigeriano di trentatré anni, nessuno dei sei nuclei familiari sfollati dalla palazzina di via Spalti ha potuto ancora rientrare nel proprio appartamento.
Il condominio danneggiato dal fuoco risulta ancora sotto sequestro e i tempi per eseguire tutte le verifiche e la messa in sicurezza sembrano destinati ad allungarsi. Solo una famiglia ha trovato una sistemazione a casa di parenti, mentre le altre da diciotto giorni attendono di sapere quando potranno lasciare la foresteria di Sparafucile che nel frattempo accoglie anche tre famiglie ucraine.
Un altro nucleo di Cittadella è in trattativa con la banca per avere un anticipo dell’assicurazione e pagare un affitto. Negli ultimi giorni tutti gli sfollati hanno chiesto insistentemente notizie sul loro futuro, ma non hanno ricevuto risposte certe sulla data di rientro. Stando a quanto raccontano, i lavori di ripristino non sarebbero ancora iniziati. Una settimana dopo gli inquilini avevano ricevuto l’invito di trovare un nuovo alloggio entro una decina di giorni. Il periodo è trascorso ma nessuno se l’è sentita di sfrattarli.
Gladston Almeida, 49 anni, brasiliano, pastore della Chiesa Evangelista, dalla sera del 20 novembre, come tutti gli altri inquilini, ha dovuto abbandonare il suo appartamento di via Spalti: «Qui stiamo bene, non ci manca nulla e siamo contenti dell’alloggio che ci ha dato il Comune. Certo non è come stare a casa nostra, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. C’è solo una questione rimasta in sospeso: non siamo ancora riusciti a sapere quando potremo rientrare a casa. La settimana dopo l’incendio ci avevano detto che un mese sarebbe stato sufficiente per il dissequestro del palazzo, almeno della parte non direttamente interessata dal rogo. «Noi abitiamo nella parte davanti – continua Gladston, mentre studia la Bibbia steso sul letto davanti a un pc portatile e la moglie è intenta a riassettare la stanza della foresteria – di problemi non ce ne dovrebbero essere ma ancora non ci hanno dato notizie sul possibile ritorno a casa».
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Nel box attrezzato di Campo Canoa il 49enne vive con la moglie e la famiglia della figlia, con un bimbo di un anno e mezzo. «Qualche disagio c’è – continua – per cucinare i pasti dobbiamo uscire e andare nello spazio comune. Il cibo è a carico nostro e l’alloggio è pagato dal Comune e di questo lo ringraziamo. Ci siamo procurati anche un fornello in più perché i due in dotazione nella cucina non bastavano per tutti».
E le prossime festività? «Temo che le passeremo tutte qui. Volevamo fare un presepe ma non c’è spazio a sufficienza, forse prenderemo un alberello e attaccheremo qua e là qualche addobbo. Il Natale lo trascorreremo in famiglia qui, mentre il Capodanno andremo a festeggiarlo nella nostra chiesa di Porto Mantovano insieme agli amici. Nella speranza che l’anno nuovo ci porti un regalo: il ritorno nella nostra casa a Cittadella».