In Pediatria a Mantova mancano le poltrone-letto: la rabbia delle mamme
foto da Quotidiani locali
Il malcontento serpeggiava già da qualche tempo sotto traccia con piccole lamentele da parte dei neo-genitori: pochi letti nella Pediatria del Poma per accogliere mamme e papà in reparto e stare accanto ai figli ricoverati. In realtà i letti attualmente sono poltroncine reclinabili che consentono poppata e riposo ma non sono certo comode per trascorrere un’intera notte. E così il caso è venuto alla luce nei giorni scorsi dopo lo sfogo di un papà che ha manifestato il suo disappunto in ospedale e scritto alla Gazzetta di Mantova. La moglie aveva trascorso alcuni giorni in Pediatria accanto al figlio di appena 24 giorni: il neonato in una culla, lei su una poltroncina. «Le è stato detto – racconta il marito – che poteva usarla tra una poppata e l’altra. Mia moglie è di origina africana e in passato è stata ospedalizzata insieme all’altra mia figlia in un ospedale del Burundi. Pensate che là, nella stanza, c’erano letto e culla».
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A quanto pare, secondo altre testimonianze, il reparto di Pediatria del Poma dispone di alcune stanze di isolamento, in caso di Covid, dove sono presenti letti grandi capaci di ospitare madre e figlio. Il problema nasce quando si esce dall’isolamento: il resto delle stanze è dotato di culla e poltroncine reclinabili piuttosto datate che dovrebbero essere sostituite con poltrone letto più comode. L’ultimo caso di madre e figlio risale al 16 dicembre quando in ospedale arrivano una donna di 34 anni e neonato di 24 giorni. Al piccolo viene riscontrata una bronchiolite e la positività al Covid.
Dopo quattro giorni di permanenza in isolamento e di cure il neonato si negativizza e madre e figlio vengono trasferiti in un’altra camera. «Fin qui nulla di strano – racconta ancora il marito della donna – se non fosse che mia moglie, che chiaramente sta ancora allattando, si è ritrovata in una stanza con una culla e una poltroncina messa a disposizione dall’ospedale per riposarsi tra una poppata e l’altra. Sono un cittadino italiano di 62 anni, da più di quaranta pago regolarmente le tasse e sono orgoglioso di poter affermare di non aver mai sottratto nemmeno un euro all’erario. Ma oggi sono proprio indignato...».