A Castiglione nuovo impianto per trattare gli scarti chimici Pfas
![A Castiglione nuovo impianto per trattare gli scarti chimici Pfas](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/gazzettadimantova/2023/03/10/103356238-7a8fa401-3c5f-4eee-bbf8-87b065c8a8c0.jpg)
Allo studio un progetto di lavorazione degli scarti fermato nel 2016
A sette anni di distanza, torna d’attualità il caso degli Pfas, i composti chimici impermeabilizzanti usati soprattutto nella conceria e pericolosi per la salute, che sino al 2016 erano trattati anche a Castiglione, essendo presenti nei percolati di discarica che Indecast depurava. Da allora, dopo uno stop intervenuto dalla Provincia, non si effettua più il trattamento delle acque contenenti Pfas. La vicenda aveva creato apprensione dopo che nel Veneto, una vasta indagine aveva evidenziato un diffuso inquinamento ambientale in tre province ed il ritrovamento di tracce di Pfas in 300mila persone.
L’impianto nel quale veniva eseguita la lavorazione, i cosiddetti “bottini”, è stato venduto nel 2020 alla società Depura, del gruppo Tea che ha ereditato, con l'acquisizione, anche l’obbligo a dotarsi di filtri anti Pfas. «Sin dall'acquisizione dell’impianto di Indecast avvenuta nel 2020, Depura ha adottato tutte le prescrizioni dettate dagli atti autorizzativi della Provincia di Mantova, ivi compresa quella sull'abbattimento Pfas imposta dal Tar Lombardia nel 2017 che prevedeva l’integrazione nella piattaforma di trattamento esistente di una sezione per tali composti» spiega una nota dell’azienda.
Da allora le tecnologie per il trattamento delle acque contaminate da Pfas sono cambiate. E la proposta ora è di un triplo filtro: uno a sabbia e due a carboni attivi che garantirebbero di rilasciare acque rientranti nei parametri di legge a valle del trattamento. Il 3 agosto scorso, Depura ha presentato in Provincia il progetto per la Valutazione Ambientale. «A fronte del recente provvedimento di esclusione della Via del 25 gennaio 2023 e della riunione del tavolo tecnico dell’8 marzo 2023, Depura non può che confermare che l’impianto è concepito con tecnologie innovative, rispettose delle più recenti norme di settore, e prevede solidi processi operativi che ne renderanno sicura l'attività per l’uomo e l’ambiente - prosegue la nota dell’azienda - . Preme, al riguardo, ricordare l’esperienza quasi trentennale del Gruppo Tea, cui Depura appartiene, nella conduzione di impianti ambientali»
Al momento agli uffici comunali è stata depositata solo la richiesta di costruzione della platea di cemento sulla quale sorgerebbe il nuovo impianto. «Come amministrazione siamo contrari - spiega il sindaco Enrico Volpi che ha partecipato al summit con Depura -. Noi avevamo rinunciato al trattamento perché dotarsi di questo impianto, vuol dire avere la coda di camion fuori dai cancelli, vista la scarsità sul territorio. Se sono migliorati i trattamenti, nessuno può escludere un malfunzionamento o un incidente. E questo vuol dire comunque aumentare il rischio di possibili inquinamenti. Inoltre i filtri richiederebbero un enorme volume di acqua. Siamo fortemente critici».