Il padre di Yana, assassinata a Castiglione: «Stratan mente ma avremo giustizia»
«So che la Procura ricostruirà con precisione tutto quello che è successo a mia figlia». La fiducia di papà Oleksandr Malaiko nella giustizia italiana pare essere incrollabile. Anche dopo le parole di Dumitru Stratan, il 33enne in carcere perché accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere di Yana.
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Non è stato facile, per chi ha voluto bene alla 23enne di Castiglione delle Stiviere, leggere il resoconto dell’interrogatorio dell’uomo, avvenuto, su sua richiesta dopo i ripetuti dinieghi, l’8 marzo, in carcere. Stratan ha ammesso di aver ucciso la ragazza la notte del 20 gennaio nell’appartamento di piazzale Resistenza, a Castiglione delle Stiviere, ma ha detto di non averlo fatto intenzionalmente. Al procuratore Manuela Fasolato e ai carabinieri del reparto investigativo ha raccontato di aver sferrato un colpo con la mano, una volta soltanto, all’altezza dello sterno di Yana, per allontanarla in un momento in cui erano vicini. E ha aggiunto di essersi reso conto della morte solamente poco dopo, perché nel frattempo si era spostato in un’altra stanza.
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Una spiegazione, quella fornita dall’uomo, che stride con le molte tracce di sangue in camera da letto e con i lividi sul volto della ragazza. Nonostante le contestazioni della Procura, ha continuato, però, a ribadire la propria versione dei fatti. «Mente e si contraddice – dice Oleksandr Malaiko – Non sono un procuratore, ma so per certo che con le prove già raccolte e con tutti i particolari che stanno emergendo si arriverà alla verità. Yana e la mia famiglia avranno giustizia».
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Sull’occultamento del cadavere, Stratan non ha fornito dettagli agli investigatori: ha detto di non ricordare e ha riferito pochi elementi frammentari. «Credo che, in realtà, sappia esattamente quello che ha fatto, quando e perché. E credo che ricordi come ha pianificato tutto. Ora sta cercando di ingannarci».
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E mentre sui reati continuano il lavoro investigativo e gli accertamenti di carattere tecnico, sta per nascere, in tempi record, l’associazione in ricordo della giovane scomparsa. Tra qualche giorno il via libera formale alle attività: a Mantova, Bergamo ne in altre città italiane. Obiettivo: la lotta serrata contro la violenza di genere.
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