L’indagine Viadana 3 inviata alla procura dall’associazione Noi ambiente salute

VIADANA

L’associazione “Noi Ambiente Salute” ha stilato una relazione «riassuntiva ma completa» dell’indagine ambientale-epidemiologica Viadana3, e l’ha inviata alla Procura della Repubblica di Mantova, all’Istituto superiore di sanità e al ministero dell’ambiente. «Chiediamo l’apertura di un’istruttoria e un intervento – spiega l’associazione – al fine di contenere e contrastare i presunti danni procurati dall’inquinamento industriale, in particolare a tutela della salute della popolazione in età pediatrica».

Secondo il sodalizio, lo studio Viadana3 «evidenzia tra l’altro il non miglioramento della situazione rispetto agli studi precedenti, nonostante le misure di prevenzione e contenimento già indicate negli stessi. Da parte nostra, pertanto, negli ultimi sei mesi abbiamo più volte sollecitato l’osservatorio epidemiologico di Ats Valpadana, il presidente della Provincia e i sindaci di Viadana e Pomponesco, affinché realizzino interventi più incisivi e concreti per salvaguardare la salute della cittadinanza».

L’associazione, «così come suggeritoci da Ats», guarda in modo particolare ai rappresentanti degli enti locali, che sono al momento impegnati nelle conferenze dei servizi finalizzate al rinnovo delle autorizzazioni delle attività industriali. L'appello: «Chiediamo azioni risolutive e decisive rispetto all’anomala questione sanitaria viadanese. Chiediamo un impegno concreto a informare in modo capillare la popolazione. Chiediamo vengano formulate misure restrittive nelle emissioni inquinanti delle aziende, e che venga sostenuta la graduale sostituzione delle sostanze classificate come cancerogene rilasciate dalle lavorazioni o dalla combustione».

“Noi Ambiente salute” assicura l’intenzione di andare avanti lungo la strada tracciata, per esigere risposte dalle autorità competenti. I tre studi ambientali-epidemiologici relativi al distretto viadanese sono stati condotti da Asl Mantova e Ats Valpadana, in collaborazione con l’università di Verona, tra il 2005 e il 2020. Gli esiti delle indagini sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali. «La situazione – riassume l’associazione – è preoccupante: vivere in prossimità dei complessi industriali del legno, potenziali fonti di emissione degli inquinanti studiati, è associato a un incremento di patologie respiratorie, irritative, allergiche e neuro-vegetative, oltre che all’aumento del carico socio-assistenziale e dell’accesso al pronto soccorso della popolazione più fragile». RICCARDO NEGRI