Giù con l’auto nella scarpata a Carbonara: muore tre settimane dopo
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foto da Quotidiani locali
È morto tre settimane dopo l’incidente che l’aveva sbalzato fuori dall’abitacolo della sua auto. È morto quando sembrava ormai fuori pericolo, con la prospettiva di una lunga convalescenza ma salvo. E invece. La comunità di Carbonara di Po è frastornata dalla notizia della scomparsa di Angelo Bassi, 53 anni, descritto come un uomo per bene, tanto riservato e geloso del perimetro della propria vita.
Dipendente della Unical, abitava in località Masi insieme alla compagna, alla quale lo legava un sentimento solido. Inutile scavare oltre, nel tentativo di comporre un ritratto di Bassi: la curiosità trova un ostacolo nel tratto schivo del suo carattere, nel muro eretto a difesa della propria quotidianità.
Dell’incidente, avvenuto il 10 maggio, la Gazzetta aveva scritto sull’edizione in edicola il giorno dopo: una “fuoriuscita autonoma”, come si dice in gergo, favorita dall’asfalto bagnato. Era un giorno piovoso, quel mercoledì, e la Tesla condotta da Bassi era volata giù dall’arginello, in una scarpata profonda alcuni metri. Autonoma e tragica, la fuoriuscita, a nemmeno duecento metri da casa. Destino feroce.
Sbalzato all’esterno dell’abitacolo, il 53enne ne era uscito malconcio, pieno di traumi e ferite, però sempre cosciente. Le sue condizioni erano apparse subito gravi, ma non al punto da far temere per la sua vita (nel corso dell’intervento il colore dell’emergenza era sbiadito dal rosso al giallo).
Al pronto soccorso dell’ospedale Poma di Mantova i medici l’avevano giudicato guaribile in quaranta giorni. Angelo Bassi era stato anche operato e sembrava che la convalescenza stesse procedendo bene, per il verso giusto.
Poi, ieri mattina, la notizia più drammatica e definitiva, che ha travolto il paese con la forza di un pugno inatteso sferrato alla bocca dello stomaco. Lo si credeva fuori pericolo, ma è morto, Angelo Bassi, e i funerali si svolgeranno il 7 giugno alle 15 a Carbonara di Po. In paese le bocche restano schiuse in una smorfia di sconcerto: non se l’aspettava nessuno e adesso non si sa come gestire tanta sofferenza.